Agroalimentare, crescono le vendite di prodotti con “Puglia” in etichetta
Registrano un +8,8%, nel 2020, le vendite dei prodotti agroalimentari con il termine ‘Puglia’ sulla confezione.
Questo è quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dello studio dell’Osservatorio Immagino 2020 condotto da GS1 e Nielsen. Dalla ricerca emerge la crescita importante e l’affermazione dell’italianità a cui hanno contribuito i vini IGP, la pasta di semola, le mozzarelle, le ciliegie e le passate di pomodoro che hanno tirato la volata delle vendite proprio perché made in Puglia.
“La Puglia […] – spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia (nella foto) – ha dovuto imparare a difendersi dagli agropirati con l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto in etichetta. Il brand ‘Puglia’ ha acquistato spazio e autorevolezza negli anni, con i consumatori sempre più attenti all’etichetta e all’acquisto consapevole di cibo prodotto in Puglia”.
Altro segmento in forte espansione nell’area del lifestyle è quello del “veggie”, con un aumento del 7,2% dei prodotti in vendita rispetto a giugno 2019. I prodotti biologici sono cresciuti del 4%.
La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia, con 266mila ettari coltivati e 9380 operatori, una incidenza del 20% delle superficie biologiche sul totale.
“Grazie alla ricerca il settore biologico può diventare un formidabile strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento – insiste il presidente Muraglia – di prodotti di alta qualità e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini […]”.
L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari: nel 2019 sono arrivati 210 milioni di chili. Di questi quasi un terzo proviene dall’ Asia. Secondo Coldiretti occorre, quindi, rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei.
In Puglia è cresciuta di un ulteriore 1% la superficie biologica e dell’1,1% di produttori e preparatori. Continua l’aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati.
“Altro punto centrale del nostro progetto sul biologico – continua il presidente Muraglia – è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva […].
Secondo Coldiretti le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli olivo (29%), cereali (23%), vite (6%), ortaggi (6%).
La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dal Covid-19 e soprattutto dagli scandali alimentari, si sono tradotti – conclude Coldiretti Puglia – in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione.