Bevy, la startup del delivery “pesante” cresce e attira gli investitori

di letizia ceriani

Nel 2022, Federica Lettieri ed Hendrik Wawers, entrambi classe 1993, coppia in affari e nella vita, danno vita a Bevy, con l’obiettivo di risolvere il problema delle “spese ingombranti”. La startup porta infatti a casa dei consumatori acqua, bevande e prodotti pesanti. Napoletana lei, e originario di Colonia lui, prendendo spunto da una realtà berlinese, uniscono le rispettive formazioni in Business Management ed M&A, e consulenza e green logistics, e fondano Bevy, inserendosi nel mondo del beverage, che in Italia vale circa 15 miliardi di euro e che vede il Belpaese al terzo posto in Europa per consumo di acqua in bottiglia. 

L’offerta di Bevy non si riduce ai soli liquidi, negli anni arriva a includere i prodotti per la pulizia e la cura della casa, quelli per l’igiene e infine quelli per l’infanzia. «Vogliamo alleggerire il cliente e le sue esigenze, senza limiti di peso: siamo tra i pochi a occuparci delle consegne pesanti in Italia – racconta a MAG il co-founder di Bevy Hendrik Wawers -. Gli italiani vogliono toccare e vedere il cibo fresco prima di acquistarlo, ma allo stesso tempo cercano un servizio efficiente per il trasporto a casa dei prodotti di largo consumo. Bevy ha costruito la go-to platform per questi clienti “ibridi” e la crescita sostenuta conferma che il nostro modello funziona».

Un modello vincente

E il modello effettivamente funziona, i numeri, a tre anni dalla fondazione, sono in costante crescita: 25mila clienti attivi, oltre 200mila ordini consegnati e un tasso di fidelizzazione superiore al 90%.

Molti sono gli investitori che sostengono la causa della realtà. Recentemente, si è chiuso un altro round di finanziamento, guidato da Linfa, fondo gestito da Riello Investimenti sgr, insieme agli investitori, già convinti dall’idea di Lettieri e Wawers, tra cui il fondo tedesco Foodlabs, e alcuni business angel. Tutti coloro che credono in Bevy sono accomunate da un fattore: sono specializzati nel foodtech, un settore in piena evoluzione che vede l’introduzione della tecnologia nel mondo agroalimentare, dalla biotecnologia all’intelligenza artificiale. Stando ai dati diffusi dall’acceleratore di foodtech mondiale Eatable Adventures nel suo report 2024, moltissime sono le realtà attive nel settore, oltre 400, tenendo conto del fatto l’export agroalimentare ha superato i 47 miliardi di euro. Le basi sono promettenti, ma il settore, che lo scorso anno ha visto un drastico calo di finanziamenti pari al -52% (Fonte: Report TheFoodCons), chiede più risorse.

Ne sono convinti i fondatori della milanese Bevy. «La nostra fortuna è stato il timing. Siamo nati appena dopo la pandemia sapendo di cosa avessero bisogno i clienti e posizionandoci in maniera precisa in un segmento altamente competitivo, con un’offerta e un piano di business molto precisi. Grazie all’ultimo round di finanziamenti, cercheremo di espanderci in un’altra città, ancora da definire, ma sicuramente nel Nord Italia, non lontana dalla base milanese».

Espansione geografica, dentro e fuori il capoluogo meneghino, nuovi partner, e l’investimento nei format in essere. Attualmente la startup è attiva a Milano, Monza e in oltre 20 comuni limitrofi, tra cui Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Corsico e Bollate.

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Letizia Ceriani

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