A ritmo groove con le stagioni. Una sera da Røst
di letizia ceriani
Ormai istituzione – nonostante sia aperta solo dal 2019 –, Røst è una delle mete più veraci degli ultimi anni e si distingue all’interno del glorioso quanto caotico distretto di Porta Venezia a Milano. Luogo ideale per chi ama vini scapigliati e piatti schietti, il locale può vantarsi di essere stato tra i primi a lanciare una tipologia di bistrot che oggi spopola nel capoluogo meneghino. Figlia della tradizione pop, ma forgiata nel fuoco dell’innovazione gastronomica filo-nordica.
A metà 2021, approda nelle cucine di Røst lo chef Piermaria Trischitta, dopo esperienze, non solo stellate, in giro per l’Europa, ad Amburgo, Copenaghen e Zurigo. Qui a Milano, accoglie il testimone lasciatogli da Lucia Gaspari mantenendo sempre vivo il fil rouge: valorizzare ingredienti semplici e “di terra” creando connubi originali e goduriosi. L’atmosfera che si respira da Røst è la stessa della carta, ragionata per essere condivisa e conviviale. Non fatevi ingannare dalle porzioni modeste, i sapori intensi le rendono estremamente complete. Il menù cambia quasi settimanalmente seguendo religiosamente la disponibilità della materia prima.
Gli astemi facciano un passo indietro; le pareti tappezzate di vini, naturali, biodinamici, dalle etichette insolite e divertenti, spaziano dal rosso alle bollicine, intimano i commensali a tenere un certo passo alcolico. Per noi, bollicina franciacortina non dosata della Corti Cugini, cantina delle zone di Gussago sorta su un terreno riqualificato.
Un paio di classici – della casa – per iniziare: baccalà mantecato, morbidissimo e ben bilanciato, guadagna una spinta in più grazie al finocchietto selvatico in polvere. Per completare la coccola, ci lasciamo – ancora una volta – ingolosire dal burro montato con acciughe siciliane Testa. Il tutto servito con pane caldo di grano duro sfornato da Crosta – che risiede nella via accanto – che rende subito dipendenti.
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