Farina di insetti, why not? Il caso Small Giants

di letizia ceriani

All’interno del grande dibattito sui novel food, i cibi di domani, che ruolo avranno gli insetti? C’è chi pensa che sia solo questione di tempo e che tra non molto gli insetti verranno serviti sulle nostre tavole. La transizione avverrà «per ragioni legate alla sostenibilità ambientale». A detta degli esperti, infatti, gli insetti crescono in meno tempo, consumano meno cibo e producono meno gas serra.

Small Giants, società produttrice di snack alimentari a base di insetti, nasce a Londra dall’intuizione dei milanesi Edoardo Imparato e Francesco Majno. Le recenti decisioni dell’Unione Europea in merito al commercio di farina di insetti hanno permesso alla società di anticipare lo spostamento della sede a Milano.

Positive le premesse. Tra il 2020 e il 2021, gli investimenti raccolti da Small Giants superano i 600mila euro e questo porta allo sviluppo dei primi prodotti, oggi disponibili su canale e-commerce e presenti in store fisici in 10 paesi; sta inoltre registrando importanti novità a livello di GDO sia in Italia che all’estero. Si tratta dei cracker bites, ovvero snack a base di farina di grillo e di buffal worm (un particolare tipo di larva). In Polonia è stata selezionata dalla catena Żabka per entrare nei suoi negozi, mentre in Italia ha iniziato a lavorare con Vitamin Center e, a breve, verranno annunciate delle partnership con alcuni supermercati.

Edoardo Imparato, ceo e fondatore di Small Giants,ha raccontato a MAG gli sviluppi futuri della società appena sbarcata su suolo milanese.

Quando nasce Small Giants?                                                                                                                                          

L’idea è nata un po’ di anni fa e si è poi concretizzata come business vero e proprio nel 2020. La società nasce nel 2017 in Inghilterra ma è stata parzialmente inattiva per qualche tempo che abbiamo impiegato per fare test di mercato. A novembre 2020 abbiamo lanciato ufficialmente la start-up con i nostri crackers bites. Da quel momento abbiamo subito iniziato con i primi round di investimento.

Da dove prende l’ispirazione?

Tutto nasce dalla nostra passione per l’ecosostenibilità che ci ha portati a ridurre gradualmente il nostro consumo di carne e a dedicarci a questo tema a 360 gradi. Molti sono stati gli spunti: un interessante report della FAO, i numerosi viaggi nel Sud-Est asiatico… Da lì è poi nato tutto.

Con la consapevolezza che la tavola europea è però diversa…

Assolutamente, sì. La nostra offerta si presenta come passaggio, come tentativo di avvicinare anche l’Occidente al mondo degli insetti edibili e, più in generale, delle proteine alternative. In questo senso, pensiamo che la forma del cracker, sia dolce che salato, in quanto familiare anche a noi, possa essere più facile e fruibile.

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Letizia Ceriani

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