Salamini alla cacciatora, business da 50 milioni

Giro d’affari al consumo di oltre 50 milioni di euro. Un risultato sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Ma tra i salami tutelati, il cacciatorino si conferma il più diffuso e tra i più apprezzati all’estero dove viene venduto il 28% della produzione.

Nel 2017, fa sapere il Consorzio Cacciatore Italiano, sono stati prodotti e certificati oltre 3,5 milioni di Kg di Salamini Italiani alla Cacciatora per un giro d’affari al consumo di oltre 50 milioni di euro. Tra i mercati più ghiotti di questi salumi c’è la Germania in testa, seguita da Belgio, Austria e Francia.

Questo piccolo salume a grana fine, dal peso inferiore ai 200g, che tra i salami tutelati mantiene saldamente il primo posto, rappresentando circa il 30% della produzione totale dei salami Dop (Denominazione di Origine Protetta) e Igp (Indicazione Geografica Protetta). «Riteniamo che questi numeri – commenta Lorenzo Beretta (nella foto in alto), presidente del Consorzio Cacciatore Italiano – siano soddisfacenti. Anche il prezzo traina il successo del Salame Cacciatore: un salume anti-crisi, senza però rinunciare al gusto e alla tradizione».

Inoltre tra le novità del 2017 il restyling dell’etichettatura e la revisione del Disciplinare di produzione della Dop: è stato avviato un processo che ha portato all’eliminazione dei derivati del latte dagli ingredienti consentiti per rispondere alle richieste dei consumatori con problemi d’intolleranza o allergia verso il latte e i suoi derivati.

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