Alimenti surgelati, record di consumo pro-capite nel 2020
Un trend positivo ha caratterizzato, nel retail, tutti i segmenti merceologici del comparto, penalizzato, invece, il fuoricasa con un calo del 37% rispetto all’anno precedente. Nuove opportunità di crescita per i “frozen food” sul fronte export.
Il 2020 è stato segnato in maniera indelebile dal diffondersi della pandemia Covid-19 e nessun bilancio può prescindere dai suoi effetti sui comportamenti di massa. In Italia si è registrato un calo record dei consumi delle famiglie (-9,1% rispetto al 2019), riportando il Paese ai livelli del 2000. Tra le poche voci in controtendenza c’è stata la spesa media mensile per cibo e bevande, che ha segnato un aumento dello 0,8% . In questo contesto, i prodotti surgelati hanno ottenuto risultati molto positivi, con una crescita del +5,5% dei consumi sul 2019.
Un successo che è valso un record di consumo pro-capite di alimenti surgelati per il nostro Paese, attestati a 15,1 Kg di media/anno. Determinante, in questa crescita, il risultato del retail, che è aumentato del +12,1% a volume sul 2019. Significativo anche il successo del Door to Door e dell’E-Commerce. A questo risultato positivo, però, fa da contraltare il fuoricasa, che ha segnato un inevitabile calo del -37% sull’anno precedente.
Sono queste le evidenze più significative emerse dal “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati” di IIAS. L’Istituto Italiano Alimenti Surgelati ha fotografato l’andamento del settore in Italia nel 2020, fornendo anche alcuni dati sul primo trimestre 2021.
“Nel 2020 – spiega Giorgio Donegani, Presidente IIAS – gli Italiani hanno fatto ricorso massiccio ai surgelati in fase di pandemia. La maggiore consuetudine domestica con i frozen food ha rafforzato la già positiva relazione di fiducia verso questi prodotti, legata in primis al riconoscimento della loro alta qualità. Nell’anno del distanziamento e dei lockdown si è rafforzata una sempre più positiva cultura degli alimenti surgelati, che sono diventati parte integrante delle nostre abitudini alimentari. Una scelta anche ispirata a criteri salutistici, come testimoniano gli incrementi di consumo di verdura e pesce. Anche i dati del primo trimestre 2021 confermano questo trend, con significativi progressi, sebbene non a doppia cifra come nel 2020”.
Leader assoluti del settore i vegetali, che hanno confermato il proprio primato anche nel 2020, rappresentando oltre il 42% del totale retail. A trainare la crescita, soprattutto i vegetali preparati, seguiti da zuppe e minestroni, in linea con la richiesta di benessere ed elevati contenuti nutrizionali.
Pizze e snack hanno fatto registrare un incremento ragguardevole, raggiungendo un volume di 90.746 tonnellate (+15,6%), con la punta di diamante nella pizza.
I piatti pronti/ricettati e le paste ripiene surgelate hanno visto premiati i costanti sforzi di innovazione delle aziende nella direzione del gusto e della varietà dell’offerta. Si accentua infine la crescita anche delle carni surgelate, sia rosse che bianche, che fanno registrare un incremento rispettivo sul 2019 del +10,5 e +9%.
“La familiarità dei consumatori italiani con i surgelati – commenta Giorgio Donegani, Presidente IIAS – sembra ormai una tendenza stabile, che va al di là del particolare anno trascorso e poggia sui numerosi e verificati punti di forza di questo tipo di alimenti: l’alto livello qualitativo delle materie prime; la disponibilità costante in ogni periodo dell’anno; l’elevato apporto nutrizionale; la sempre più vasta ampiezza della proposta; l’enorme praticità d’uso; la grande valenza anti spreco e, in generale, la rispondenza alle crescenti esigenze di consumo sostenibile”.
Nel 2020 anche l’export ha rafforzato la tendenza degli anni precedenti, con un crescente successo dei prodotti surgelati nazionali a beneficio di una pluralità di merceologie, tra cui i piatti pronti, i prodotti ricettati, le paste ripiene e non, che stanno incontrando sempre più l’attenzione del consumatore straniero.
Notevole l’apprezzamento avuto oltre confine dalle pizze surgelate, con una crescita tutt’altro che trascurabile registrata in questi anni. La classifica 2020 dei Paesi in ordine di incidenza sull’export di nostre pizze sottozero conferma la Germania al primo posto, seguita dagli USA, eccezione di crescente valore in una top 10 quasi tutta europea. Seguono Francia (13,1%) e due Paesi più “piccoli”, come Svizzera e Olanda.
Per promuovere ancora di più sui mercati internazionali questi prodotti, nel 2020 è stato raggiunto un accordo – grazie al lavoro di UIF, del Ministero della Salute, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Ambasciata italiana a Washington e dei Servizi Veterinari Regionali – che rende possibile, per tutte le aziende italiane autorizzate esportare in America prodotti surgelati anche con carne suina / prodotti di salumeria: una straordinaria opportunità strategica, che consentirà di andare incontro ai gusti dei consumatori statunitensi con l’amatissima “Pepperoni Pizza” made in Italy, il cui ingrediente principale è il salame piccante.
“L’accordo raggiunto – conclude il presidente IIAS, Donegani – potrà avere effetti ancora più significativi in termini di export, permettendo alle nostre aziende del comparto frozen di intraprendere un percorso di esportazione negli USA anche di altri prodotti surgelati sempre con carne suina, come le lasagne o altri piatti ricettati della tradizione made in Italy”.