Acqua San Benedetto, -10% i ricavi nel 2020

Il colosso dell’acqua minerale da oltre 770 milioni di euro di fatturato annuo manterrà tutti gli investimenti pianificati ed è pronta a nuova acquisizioni.
Anche Gruppo San Benedetto esce colpito dalla chiusura dei bar e dei ristoranti – che valgono oltre il 50% del business – con una flessione del 10% sui ricavi.
“È un segno meno, sì, ma non drammatico – spiega il presidente Enrico Zoppas (nella foto) a Il Sole 24Ore – tanto che ci permetterà comunque di mantenere invariato il livello degli investimenti sia nella tecnologia che nella comunicazione”. Il gruppo non si perde d’animo e, dopo al recente acquisizione di Fonte Paradiso di Pocenia, in provincia di Udine, è intenzionato a guardarsi ancora in giro per qualche acquisizione.
“Abbiamo una posizione finanziaria solida, l’indebitamento è inesistente. Un ampliamento, del resto, fa parte della nostra strategia legata all’ecosostenibilità, che prevede uno sviluppo attraverso l’acquisizione di fonti regionali: solo così possiamo ridurre i trasporti e le emissioni di CO2. Ad oggi abbiamo una copertura del territorio nazionale abbastanza forte, quella acquisita la settimana scorsa è la settima fonte in Italia”, ammette Zoppas.

La vendita delle acque minerali è stata altalenante: la crescita degli acquisti delle bottiglie da due litri, all’inizio della pandemia, non è riuscita a compensare il mancato business nei consumi fuori casa. Verso l’estate la situazione si è normalizzata, fino a settembre. Dall’inizio del 2021 le persone hanno ricominciato ad andare al lavoro e la situazione è migliorata.

Il presidente Zoppas è ottimista sul futuro: “il Covid-19 verrà debellato e la ripresa ci sarà, anche sul fronte delle esportazioni. Anche se a complicare la strada verso i mercati esteri ora ci si sono messi i costi dei trasporti. Una vera e propria speculazione – dice Zoppas – i costi delle spedizioni via container sono triplicati. E questo crea dei grossi imbarazzi. Esportiamo 300 milioni di bottiglie, tutte partono dallo stabilimento centrale di Scorzè, in provincia di Venezia”.

Su una bottiglia d’acqua, il costo del trasporto incide parecchio: per l’Italia è del 10%, figuriamoci per l’estero.

L’altra variabile che pesa sulla ripresa del 2021 è quella dell’aumento dei costi delle materie prime e quindi del pet riciclato. La Plastic tax, la cui entrata in vigore è prevista a luglio, sarebbe un colpo pesante per il settore.

“n questi giorni stiamo portando le nostre ragioni davanti al governo, che ora sembra più sensibile ad ascoltarci. Io sono ottimista, spero quanto meno che la Plastic tax venga rimandata. Del resto, paghiamo già la tassa sulla raccolta del Pet”, conclude Zoppas.

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