25 anni per il Consorzio di tutela delle Dop Valtellina Casera e Bitto

25 anni, un quarto di secolo per Il Consorzio di tutela delle Dop Valtellina Casera e Bitto.

Il Consorzio per la Tutela dei Formaggi Bitto e Valtellina Casera opera dal 1995 in provincia di Sondrio per difendere l’unicità dei
due formaggi DOP valtellinesi, tutelarli da qualsiasi imitazione e promuoverli sul mercato nazionale ed internazionale. E lo fa grazie ad
una serie di scrupolosi controlli sull’intera filiera. I soci del Consorzio, che appartengono alle due filiere produttive sono 165 tra

allevatori, produttori e stagionatori, piccole e grandi aziende zootecniche, latterie di paese e moderni caseifici. Dal 1996 Valtellina
Casera e Bitto hanno conseguito la DOP: la loro produzione segue ritmi, saperi e regole ben precise dettate dai disciplinari di
produzione, a garanzia dell’origine e dell’unicità di questi formaggi.

“I 25 anni – dichiara il presidente del CTCB, Vincenzo Cornaggia – sono una tappa importante per fare i primi bilanci. Stando ai dati delle prime marchiature del 1996, data di conseguimento delle Dop, la produzione di Bitto e Valtellina Casera è cresciuta ad oggi rispettivamente del 193% e del 330%. E sono cresciuti anche i soci, da 35 a 165. La filiera oggi vale 13 milioni di euro di fatturato, l’85% rappresentato dal Valtellina Casera, con 11 milioni di euro, e il 15% dal Bitto. Due Dop solide, che hanno saputo tenere nel tempo alta la qualità e la tradizione della nostra Valle, dando lavoro a 133 allevamenti,13 caseifici (di cui 6 acquirenti primari/cooperative) e 16 stagionatori per il Valtellina Casera e a 54 alpeggi produttori (di cui 1 cooperativa) e 10 stagionatori per il Bitto. Numeri, questi, che dimostrano le ricadute positive delle due Dop sul territorio in termini di occupazione e di indotto.

Il punto sulla produzione 2021

“Dalle prime verifiche sulle forme di Bitto marchiate e già a maturazione – dichiara il presidente del consorzio, Vincenzo Cornaggia – la qualità del latte prodotto in alpeggio, e conseguentemente del formaggio è stata buona. Anche quest’anno assistiamo una leggera contrazione in termini quantitativi della produzione, stimata attorno al 4% per via del ritardo generalizzato nel carico degli alpeggi e della sospensione anticipata dell’attività casearia causata da eventi climatici avversi. Il dato effettivo potrà essere quantificato solo a dicembre. Quest’anno la produzione sarà più limitata, ma di alta qualità.”

Diverso il discorso per il Valtellina Casera Dop. “Dopo l’impennata del 20,5% dello scorso anno, con 17.030 quintali prodotti – ha continuato Cornaggia – siamo di fronte a un fisiologico assestamento della produzione, con una leggera flessione attorno al 3,5%. Un assestamento indispensabile per preservare qualità e valore ed assicurare una maggiore remuneratività. È nostra intenzione comunque ampliare gradualmente i volumi produttivi nei prossimi anni, usando il latte destinato ad altre produzioni. L’obiettivo rimane ampliare nel medio periodo la distribuzione, sia al Nord-Ovest, che rimane il nostro target primario, sia nel resto d’Italia, a partire dalle grandi città”.

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