Tendenze e prospettive del Food&Beverage nel 2022 secondo l’Osservatorio Cerved

Il nuovo Osservatorio di Cerved, il Cerved Marketing Intelligence, ha presentato la ricerca “Tendenze e prospettive del mercato del Food&Beverage” per il prossimo anno.

Nel 2022 è prevista una crescita doppia rispetto al resto dell’economia, trascinata dalla prima trasformazione. Attesi ricavi in salita del 6,3% sul 2019, contro il 3,7% della media nazionale. Quanto ai canali di vendita, recupera la ristorazione, aumentano GDA e discount, triplica l’e-commerce.

Il processo di transizione ecologica porterà però fuori dal mercato molte piccole imprese e aprirà una nuova stagione di acquisizioni. Per la riconversione si stima un potenziale di 1,2 miliardi di investimenti.

In Italia la filiera del Food&Beverage ha retto bene l’impatto del Covid (+0,8% nel 2020 sul 2019) rispetto al crollo dell’intera economia (-8,9%) e si prepara a vivere un 2022 sotto i migliori auspici: le attese per l’anno in corso parlano infatti di un’ulteriore crescita del mercato (+6,3% rispetto al periodo pre-Covid) trainata dalla prima trasformazione (+16,4%), con tutti i comparti in attivo contro una crescita media nazionale stimata a +3,7%. Quanto ai canali di vendita, si prevede un ulteriore consolidamento della grande distribuzione alimentare (+4,7% sul 2019 e un fatturato aggregato vicino ai 100 miliardi di euro), che vede però i discount guadagnare terreno alle sue spalle (+19,8% nel triennio 2022-2019), e un vero exploit dell’e-commerce, che triplicherà il suo valore di mercato.

La ricerca di Cerved è stata presentata e discussa con alcuni protagonisti del mercato: Giovanni Fazio, ceo di Holding Carisma, Andrea Oldrini, partner di Bain & Company, Ludovica Principato, ricercatrice dell’Università Roma Tre, Vittorio Ratto, vicedirettore retail di Crèdit Agricole, Alessandro Terzulli, chief economist di Sace.

«La valorizzazione del made in Italy porterà benefici all’intera filiera – ha commentato Andrea Mignanelli (in foto), amministratore delegato di Cerved – la centralità di salute e benessere, l’interesse per l’italianità dei prodotti, la ricerca della qualità, l’attenzione dei consumatori alla sostenibilità favoriscono infatti la nostra industria del Food&Beverage, per cui si apre un’ottima stagione».

Prospettive rosee in un settore atteso in forte trasformazione, anche per l’impatto del processo di transizione verso un’economia a zero emissione e per il forte rincaro delle materie prime.

«Secondo una nostra analisi – ha continuato Mignanelli – sono circa 14mila le società F&B che dovranno effettuare investimenti rilevanti per riconvertire i processi produttivi in linea con gli obiettivi europei, ben il 18% delle società di capitale della filiera contro l’8,4% calcolato sul totale Italia. Di queste, oltre 9mila, soprattutto pmi, potrebbero uscire dal mercato perché non hanno i fondamentali necessari a sostenere gli investimenti necessari per la transizione. Di contro, le altre 5.000 hanno una situazione finanziaria che permette loro di finanziare investimenti fino a 1,2 miliardi di euro, in grado di accelerare la trasformazione di tutta la filiera».

Le imprese che rischiano di più sono quelle che lavorano nell’ingrosso delle materie prime agricole, che coltivano uva e olive, che si occupano di allevamento di bovini da latte e della conservazione delle carni. In base alla ricerca, queste tendenze aprirebbero una nuova stagione di aggregazioni aziendali, consolidando il mercato e portando a realtà più grandi in grado di competere meglio sui mercati internazionali.

«Già nel 2021 vi sono state molte operazioni, secondo una nostra analisi sui dati di bilancio esistono 400 pmi, moltissime a conduzione familiare, con fondamentali eccellenti che potrebbero entrare nel mirino di investitori istituzionali».

Tornando alla crescita attesa nel 2022, come detto a trainare lo sviluppo del settore sarà soprattutto la prima trasformazione (+14,6% tra 2022 e 2019), ma ripartirà anche il segmento delle bevande (+4,6%) che aveva fortemente risentito del lockdown e delle chiusure nell’horeca (-4,4% nel 2020 sul 2019). Le difficoltà vissute dal mondo della ristorazione però non sono ancora alle spalle: la ripresa c’è ed è evidente, ma ancora non permetterà di recuperare i livelli pre-Covid (-3,5% nel 2022 sul 2019). Molto bene l’agricoltura (+9,2%), la distribuzione (+6,4%) e gli alimentari (+4%); l’allevamento invertirà la tendenza, tornando al segno positivo (+0,6%) contro il precedente -2,2%.

Per quanto riguarda i prezzi, dopo anni di inflazione zero tornano a essere una variabile strategica per le imprese del settore. La forte crescita dei costi dell’energia, dei trasporti e delle materie prime alimentari a cui stiamo assistendo da alcuni mesi hanno già avuto impatti significativi per il portafoglio del consumatore, e potrebbero ulteriormente aumentare nel corso dell’anno, con possibili tensioni sui margini.

FabioAdmin

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