SodaStream: task force di 300 dirigenti per ripulire il mar dei Caraibi

SodaStream, specializzata nella produzione e distribuzione di sistemi di gasatura domestica di bevande, lancia un’azione intensiva per ripulire le coste dell’Honduras dall’inquinamento da plastica con “Holy Turtle“, l’unità galleggiante lunga oltre 300 metri e creata per individuare e raccogliere i rifiuti galleggianti evitando al contempo di recare danni alla fauna selvatica. I rifiuti in plastica raccolti saranno utilizzati per creare un’installazione artistica al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema ed educare i consumatori in tutto il mondo a non ricorrere più alla plastica monouso in tutte le sue forme, compresi bicchieri di plastica, cannucce, sacchetti e bottiglie.

L’azienda, per l’operazione, ha schierato una task force composta da 300 dirigenti a livello mondiale, guidati dal Ceo SodaStream Daniel Birnbaum. La prima missione di clean-up dalla plastica in mare aperto, mai portata avanti finora da un’azienda commerciale, è stata condotta nel Mar dei Caraibi, al largo delle coste di Roatán, guidato in prima persona da Birnbaum: della durata di quattro giorni, ha previsto anche la partecipazione di ragazzi provenienti da sette scuole locali. Le lezioni sono state tenute, tra gli altri, da Maria Westerbos, founder di Plastic Soup Foundation; Chris Jordan, fotografo e autore della piece “Albatross”, un potente e drammatico racconto in immagini della tragedia ambientale nell’isola di Midway nell’Oceano Pacifico; Laura Leiva, ricercatrice esperta di inquinamento ambientale dell’Istituto “Alfred-Wegener Ifor Polar and Marine Research” in Germania; Elena Gonzalez, co-founder della Bay Island Coastal Clean-up e Mishelle Mejia, consulente sui temi della sostenibilità e Corporate Social Responsibility.

“Non possiamo eliminare tutto l’inquinamento da plastica nel nostro pianeta, ma ciascuno può fare la propria parte – ha dichiarato Daniel Birnbaum -. Il nostro impegno più importante deve essere quello di non servirsi mai più di plastica usa e getta. Più di 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno nell’oceano – prosegue Birnbaum -. Si tratta di una plastica che non scompare: si trasforma in particelle minuscole, viaggia attarverso gli oceani, mette a rischio gli ecosistemi marini e finisce nella nostra catena alimentare. Dobbiamo tutti insieme unire le forze per ridurre il consumo di plastica usa e getta e impegnarci a cambiare le nostre abitudini all’insegna del riuso. Tutto è nelle nostre mani”.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.roatan2018.com.

 

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