Il Salumificio Riva, crescono i rapporti con la gdo
La produzione è per l’85% diretta alla gdo, il 15% è destinato a grossisti, horeca e dettaglianti. La società occupa 120 addetti diretti e ha un indotto di ulteriori 100 unità.
Salumificio Fratelli Riva, azienda con 50 anni di storia e tra i primi gruppi italiani nella produzione di cotti interi ed affettati, chiude il 2020 con risultati in linea con l’esercizio 2019. Si conferma partner della grande distribuzione per lo sviluppo del private label.
I ricavi sono stati pari a 94,6 milioni di euro, interamente realizzati con la produzione dello stabilimento di Molteno (Lc). La gamma di prodotti spazia dai cotti interi agli affettati, per molti dei più importanti gruppi della distribuzione italiana ed estera. Il rapporto con la gdo si è rafforzato, condividendo le reciproche necessità e cercando di implementare anche in periodi difficili la collaborazione con strategie comuni, atte a contrastare eventuali aumenti nei prezzi delle materie prime (con trattative più snelle rispetto al passato), problemi negli approvvigionamenti o ritardi nelle consegne.
La pandemia ha cambiato le abitudini di consumo anche nel settore dei salumi. “I consumatori hanno privilegiato il prodotto affettato in vaschetta che si contraddistingue per l’alta qualità. Anche la gdo, che resta il cliente principale, ha chiesto di coniugare offerta, rifornimenti puntuali e contenimento dei prezzi” dichiara Giuseppe Riva, amministratore delegato del Salumificio Fratelli Riva.
Sono diversi anni che la filiera dei salumi persegue la ricerca della massima qualità e sicurezza. L’impegno per lo sviluppo di allevamenti centrati sul benessere animale sta portando i suoi frutti. L’azienda punta inoltre sulla sostenibilità: “Abbiamo investito in un packaging interamente riciclabile, e aderito a protocolli, come la certificazione ECOSENSE, che ci permettono di riciclare oltre 1.500 quintali di plastica ogni anno – prosegue Giuseppe Riva -. Dopo il primo lockdown c’è stata una ripresa anche nel prodotto da taglio”.
Il 2021 si è aperto con nuovi timori per la pandemia.