Petrini: «I bilanci non bastano, serve più etica»

I bilanci non bastano, servono anche le virtù. È questo il monito che Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ha lanciato alle aziende del settore food & beverage a margine della presentazione del Food Industry Monitor, realizzato dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Bsi Europe.

Analizzando i dati presentati dall’osservatorio sulle performance delle aziende italiane del settore food, Petrini ha affermato che «il paradigma di lettura deve cambiare. Non conta solo la redditività, ma anche l’etica».

Il presidente di Slow Food ha ricordato che «salute e natura incideranno sempre di più sull’industria alimentare», responsabile del 37% della perdita di risorse e dei danni ambientali mondiali.

Inoltre «i giovani oggi conoscono questi problemi, hanno acquisito saperi e coscienza, con maggiore attenzione alle scelte che fanno» e le aziende sono chiamate a capire le loro richieste «o il futuro sarà buio. Non basta sventolare la bandiera del Made in Italy o fare pubblicità inadeguata dal punto di vista comunicativo in tivù, senza quei concetti culturali legati al cibo che i cittadini cercano».

Rispondendo a una domanda di Foodcommunity.it, Petrini ha affermato che «il governo dovrebbe investire in educazione alimentare a scuola. Servono più informazione, cultura e responsabilità sociale attorno al cibo, mettendo la salute delle persone e l’ambiente al centro».

Infine Petrini si è detto favorevole all’aiuto da parte delle banche alle Piccole e medie imprese italiane del settore food, «a condizione che seguano principi etici e non guardino solo ai numeri».

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