Perché te lo dice Mammt

di letizia ceriani

Nel futuro del delivery si delineano nuovi scenari: logistica efficace e sostenibile, meno spreco di cibo, più diritti per i riders, cibi sani e stagionali. L’Italia, pur con i suoi tempi, sta muovendo passi decisi sul sentiero dell’innovazione, accudendo nuove realtà sempre più attente ai temi della digitalizzazione e dell’impatto ambientale. Mammt, frutto di un esperimento nato durante la pandemia, si fa pioniera di una nuova idea di pausa pranzo: genuina, poco gourmet e che sa di casa.

«La start-up nasce all’interno di Djungle Studio», spiega il co-founder Alessandro Nasi. Si tratta di «uno start-up builder multi-market che incuba start-up, dalla nascita al successo». Le iniziative sono accomunate da una riflessione di partenza: «quali servizi potranno fungere da superpoteri digitali per l’uomo di domani»?

Ne abbiamo parlato con Alessandro Nasi e con Stefano Reverberi, ceo di Mammt da inizio 2022.

Qual è l’idea alla base di Mammt?

Mammt è un’esperienza in cui l’utente non sceglie il proprio pranzo, ma delega la scelta indicando semplicemente preferenze e “disgusti”. Il meal finale è perciò dotato di una sorta di effetto sorpresa. Tendenzialmente, la gente che lavora sceglie per la pausa pranzo la soluzione più comoda e veloce, ricorrendo però spesso al junk food. Con Mammt invece, oltre alla varietà di alimenti, l’utente gode di soluzioni sane, bilanciate e buone, ma soprattutto può personalizzare il pranzo in base ai propri gusti.

Djungle Studio fa crescere start-up accomunate da…

Le accomuna un filo conduttore: immaginare quali servizi potranno fungere, grazie alla tecnologia, da superpoteri per l’uomo di domani.

Arriviamo quindi a Mammt.

Tutti noi durante il primo lockdown, abbiamo trascorso le giornate perennemente connessi, in meeting e in riunioni e spesso mancava addirittura il tempo per mangiare. Da qui una riflessione: mancava qualcosa che riuscisse a rispondere a una specifica idea di pasto: gustoso, costruito su misura e veloce.

Come funziona l’app?

L’app è molto semplice e user friendly. Il cliente non deve far altro che inserire l’orario in cui vuole ricevere il pranzo, specificare eventuali preferenze e procedere con l’invio. Nessun sistema di consegna dà la possibilità di scegliere l’orario, soprattutto su fasce da 15 minuti. C’è anche la possibilità di ordinare “il solito” e in questo caso il check-out è ancora più immediato. Ogni modifica o implementazione cerca di velocizzare e migliorare l’esperienza del cliente.

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Letizia Ceriani

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