Olio extravergine d’oliva italiano, la produzione segna -36%
Annata di scarica nelle zone a maggior vocazione olivicola, male la Puglia che registra un -51%.
Crolla la produzione di olio extravergine d’oliva italiano ma la qualità di uno dei prodotti simboli del made in Italy resta eccellente. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall’indagine condotta dagli osservatori di mercato di Cia-Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo-Associazione italiana frantoiani oleari.
Il rapporto fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo a differenza della netta ripresa delle regioni centrali e settentrionali.
La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% con una previsione di poco più di 235mila tonnellate di olio evo prodotte a fronte delle oltre 366mila tonnellate del 2019.
Battuta d’arresto per la Puglia, polmone olivicolo italiano con 44% della produzione italiana complessiva, che risente in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante. Non si arresta, inoltre, il crollo del Salento flagellato dalla Xylella dove si stimano 2mila tonnellate di olio e un calo del 50% rispetto allo scorso anno.
Il secondo posto è occupato dalla Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%).
Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%).
Meglio la situazione nel Centro Italia. Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia-Romagna (+52%).
L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità, lo vince la Lombardia (+1727%) con 2248 tonnellate stimate per quest’annata.
Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino-Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
“Siamo di fronte a un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente – ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino -. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”.
“La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata. Fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto – ha spiegato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini -. Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori”.
“La qualità del nostro olio sarà eccellente. Dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori -ha aggiunto il presidente di Aifo, Piero Gonnelli -. Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani. Dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera”.