Nuova linfa per le casse delle aziende food

Eliminare dal proprio bilancio il peso economico del magazzino è un miraggio per moltissime aziende agroalimentari. Per trovare una soluzione a questo problema, Crédit Agricole Cariparma ha lanciato un nuovo strumento con lo scopo di sostenere la crescita delle imprese del settore.

La banca ha creato da poco l’apposita società veicolo Italstock per l’acquisto e la valorizzazione di prodotti semi-lavorati di eccellenze italiane nel food & beverage, con l’obiettivo di sbloccare i capitali delle aziende che solitamente restano “fermi” in magazzino per un certo periodo di tempo finché i prodotti non vengono venduti.

Questa operazione di ingegneria finanziaria ha visto la sua prima applicazione con lo smobilizzo di uno stock di 100mila prosciutti di Parma Dop degli stabilimenti Gennari (società controllata da Granarolo) per un controvalore di 10 milioni di euro. In questo modo Granarolo (1,07 miliardi di fatturato nel 2015) potrà ottimizzare la propria struttura finanziaria e reinvestire le nuove risorse in future acquisizioni.

Gianpiero Calzolari, presidente del gruppo bolognese, sottolinea che questa innovativa modalità di collaborazione con Crédit Agricole potrà «sostenere i piani di crescita del settore enogastronomico italiano, a litto dal blocco di grandi capitali a magazzino».

La grande novità è rappresentata dal fatto che il magazzino non rimane più in capo all’azienda (che continua a gestirlo), ma viene acquistato da una società appositamente costituita (Italstock) che si prende questo rischio.

«I vantaggi sono soprattutto due», spiega a MAG l’avvocata Emanuela Campari Bernacchi (nella foto), responsabile del dipartimento di finanza strutturata dello studio legale Gattai Minoli Agostinelli & Partners, che ha assistito Crédit Agricole Cariparma nell’operazione di Gennari insieme alla senior associate Valentina Lattanzi.

«In primo luogo viene deconsolidato il magazzino dal bilancio dell’azienda, si realizza un vero e proprio trasferimento della proprietà che rende pertanto inutile la concessione di altre forme di garanzia sul magazzino».

In secondo luogo, prosegue Campari Bernacchi, «la cessione rende in qualche modo impermeabile il magazzino rispetto all’eventuale insolvenza o apertura di procedure concorsuali nei confronti della società produttrice. L’operazione consente di migliorare il circolante netto delle aziende che producono beni in stagionatura», dal prosciutto al grana e il vino, tutti prodotti grezzi che devono essere lavorati nel tempo.

Proprio il tempo, ricorda l’avvocata, «pesa sul bilancio delle aziende finché i prodotti restano fermi in magazzino e non possono essere venduti», mentre adesso il nuovo veicolo Italstock si prende il rischio di acquistarli, dando nuova linfa alle casse delle imprese del settore, che possono continuare a gestire il magazzino senza portarne il “fardello” economico.

Il guadagno per la banca «è il prezzo di vendita del prodotto finito che, per definizione, è un prezzo più alto rispetto a quello che Italstock paga per l’acquisto del semi-lavorato».

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