Le Cesarine sono a caccia di nuovi talenti

Chi l’ha detto che le start-up sono “roba da giovani”? Sarà anche colpa (o merito) della fluidità generazionale di questi tempi, ma pare proprio che gli over 50, 60 e anche 70 non abbiano nessuna intenzione di rimanere fuori dalle novità. E fuori dal mondo. 55 anni è infatti l’età media del 90% delle network di cuoche e cuochi amatoriali più antico d’Italia: le Cesarine, associazione nata nel 2004 per tutelare i cibi dimenticati

Vero patrimonio culturale del nostro Paese, il network delle Cesarine, grazie al recente aumento di capitale e nuovi azionisti in Home Food – la start-up innovativa che detiene il brand – si apre ulteriormente all’estero, innova il modello di business e lancia una call per arruolare nuovi talenti, nuovi cuochi domestici, da aggiungere alla sua già corposa squadra di 500 Cesarine e Cesarini attualmente distribuiti su 100 città d’Italia. Il 90% delle Cesarine è donna, ha una età media di 55 anni con rappresentati di tutte le età (78 anni il più maturo e 37 anni la più giovane). Solo il 30% di loro è casalinga o pensionato, il 70% ha un lavoro e fare la Cesarina per loro è una passione.

Non ci sono preclusioni alla candidatura laddove si sia abili con mestoli e fornelli. Requisiti richiesti sono infatti: possesso di ricette della tradizione culinaria italiana, mentalità giovane, abilità in cucina e una casa ampia ed ospitale per accogliere persone da tutto il mondo: più del 60% dei clienti attuali proviene infatti dall’estero.

«Le Cesarine nascono dalla necessità di valorizzare la vera cucina tradizionale di ogni singolo territorio italiano, scritta nei ricettari famigliari, coniugata al senso di ospitalità in una proposta caratteristica che fa del Made in Italy la sua cifra vincente trasformando le case private in luoghi conviviali in cui vivere un’esperienza unica», ha commentato Davide Maggi, ad di Le Cesarine. «Un senso di appartenenza che diventa missione per continuare a scrivere, con passione e in maniera personale, la storia di un patrimonio unico qual è quello della cucina italiana».

Dalla Lombardia alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia 500 storie e 20.000 ricette impersonate e proposte da ospiti come Roberta, ex-fotografa di interni e velista appassionata, che a Milano riceve nella sua casa dai colori caldi e dettagli super curati. Giulia Anna – tra le più agée –  non usa il cellulare e nemmeno Internet (ci pensano i figli a comunicare con la piattaforma) che sta studiando l’inglese per conversare meglio con i suoi ospiti internazionali.

Mara, Cesarina di Forlì, con la passione del Teatro, che da 25 anni invita a cena a casa sua le compagnie teatrali di passaggio nella sua città. Alla sua tavola, negli anni, si sono seduti Rossella Falck, Giorgio Gaber, Alessandro Gassman, Michele Placido… e ora fa la Cesarina “a tempo pieno” ospitando anche fino a 40 persone alla volta. Massimo, neurologo esperto di Alzheimer che ha unito le tradizioni culinarie giudaico-romanesco dei nonni con quella viterbese della mamma. E c’è anche chi fa gioco di squadra: Nicoletta e Fabio entrambi giornalisti che vivono sei mesi in Italia e sei mesi in Brasile organizzano cene a base di piatti tipici delle loro due regioni di origine, Emilia e Lazio.

Insomma oggi la “maturità” non è più un ostacolo, anzi è un’opportunità per fare quello che piace. Il benessere, la tecnologia, l’innovazione e l’accesso orizzontale alle informazioni sono stati fautori di questi cambiamenti, creando punti di contatto che prima non c’erano tra età diverse. Secondo quanto emerge da “Truth about Age – TAA” lo studio condotto da McCann Truth Central, global intelligence unit di McCann Worldgroup, sul tema dell’ageingcrescendo si scopre che invecchiare è bello e per farlo bene ogni popolo si affida a qualcosa di diverso. In Sudafrica è fondamentale la dimensione spirituale, in Giappone conta il sonno, in Canada bisogna saper gestire lo stress, in Brasile fare sport e in Italia mangiare bene”. Soprattutto gli over 60, e più in generale i pensionati, stanno scoprendo un nuovo lato della vecchiaia e della pensione. Non più momenti di ritiro, ma traguardi che una volta raggiunti permettono di godere della vita, potendo contare su più tempo. In Giappone l’avere una ragione di vita è definito con la parola Ikigai e sarebbe la ragione della longevità delle persone. Tenersi occupati rende felici.

Unendo la passione italiana per il cibo e il bisogno di un Ikigai per vivere bene e vivere a lungo, Cesarine e Cesarini si impegnano a tramandare le tradizioni culinarie, alcune antiche e a rischio scomparsa, cucinandole in casa propria… per gli estranei.

Leave a Reply

SHARE