La patatina hot chip challenge non potrà essere più venduta
*a cena con diritto
Non si potrà più vendere né pubblicizzare la ormai famosissima, specie su TikTok, la patatina hot chip challenge.
Per i pochi che non lo sanno si tratta di una confezione contenente una sola tortilla chip, infusa con due peperoncini tra i più piccanti al mondo, e un guanto protettivo necessario a proteggere l’utente da eventuali irritazioni cutanee e agli occhi in caso di contatto.
Il prodotto, distribuito dalla società DAVE’s, è accompagnato da una massiccia campagna social, specie su Tiktok – social notoriamente amato dai più giovani, dove l’hashtag #hotchipchallenge ha ricevuto milioni di visualizzazioni – basata sulla promozione di una sfida (challenge), ossia riuscire a mangiarla intera senza bere nulla per almeno cinque minuti, con invito esplicito ai consumatori a filmarsi e a pubblicare video sui social, utilizzando quell’hashtag.
In seguito all’esposto di un’associazione di consumatori, è stata avviata un’indagine da parte del ministero della Salute, tramite i NAS, ed è intervenuta anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) dinanzi alla quale si è aperta apposita istruttoria.
L’AGCM, all’esito del procedimento, ha ravvisato aspetti di illegittimità nella pratica commerciale adottata dalla società distributrice del prodotto rilevando “l’induzione ad una sfida rivolta, perlopiù, a consumatori adolescenti (diffusa anche attraverso i social media) e la non adeguata rappresentazione delle informazioni sui rischi per la salute connessi all’uso del prodotto” e contestando “la mancanza di informazioni rilevanti su un prodotto alimentare che poteva mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, specie se bambini o adolescenti.
Secondo l’autorità, la società avrebbe aumentato l’appetibilità, e conseguentemente le vendite, del prodotto, proprio enfatizzando l’elemento sfida, così da “invogliare” i consumatori, specie adolescenti e minori, ad assumerlo a discapito della normale prudenza e di eventuali profili di rischio per la salute.
L’AGCM ha poi ritenuto “idonei a far cessare i profili di illegittimità della pratica commerciale”, gli impegni presentati dalla società a non commercializzare e pubblicizzare il prodotto sulla propria pagina e profili social, eliminandolo anche dai suoi listini di vendita, con conseguente inapplicabilità di sanzioni.
*di alessandro klun