In direzione ostinata e…sostenibile
Nicola Biasi (in foto) viene dal Friuli, ma il vino lo fa in Trentino. Figlio d’arte, nel 2012 decide di mettersi alla prova coltivando le uve resistenti. Oggi, il suo vin de la neu è uno dei PIWI (dal tedesco pilzwiderstandfähig) a bacca bianca più prestigiosi della Penisola.
Per i meno esperti, c’è chi presenta questa varietà poco navigata come la nuova frontiera in termini di sostenibilità. In pillole, i vini PIWI, naturalmente resistenti alle malattie fungine della vite, permettono di ridurre quasi a zero l’impiego di trattamenti chimici.
La storia risale alla fine dell’Ottocento quando, su suolo francese, si cercò di incrociare alcune varietà di vite da vino europee con varietà di vite americane, combinandone la resistenza alle crittogame e alla fillossera della vite – malattie che stavano devastando molti vigneti nel continente – alla qualità organolettica dei vini ottenuti dalle varietà europee. Da queste ibridazioni nacquero alcune varietà di scarsa qualità, ma il loro fascino è arrivato fino a noi.
Recentemente, attorno a Nicola Biasi, consulente enologo a tutto tondo, si è creata una rete di impresa – la Resistenti Nicola Biasi – formata da alcune cantine che hanno abbracciato con entusiasmo il progetto: Albafiorita, Ca’ Apollonio, Colle Regina, Della Casa, Poggio Pagnan e, dulcis in fundo, Vin de la neu – Biasi Nicola.
La Resistenti Nicola Biasi è stata presentata al Merano Wine Festival 2021, dove Biasi è stato premiato tra i Migliori Enologi dell’anno e non ha neanche quarant’anni.