Il tartufo tutto l’anno

Cosa succede nel mercato del re dei funghi sotterranei? Due parole con Luigi Dattilo (in foto), fondatore di Appennino Food Group. Quando la passione per la terra diventa una missione

Lungimiranza, rispetto, design, innovazione. Un prodotto antico ma che riscontra sempre grande consenso tra i consumatori. Parliamo di tartufo. Tra le realtà che più sono attive nella valorizzazione di questo prodotto c’è Appennino Food Group, azienda del bolognese.

Durante l’ultima edizione di Identità Golose, all’interno del ciclo di incontri Identità Naturali, Luigi Dattilo, il fondatore, ha presentato un progetto ambizioso: allungare la vita al tartufo. La nuova “teca ipogea”, grazie a un sistema di ultrasuoni, dà luogo alla scissione della molecola dell’acqua generando un vapore freddo che non bagna il tartufo, ma ricrea l’habitat del bosco.
Ad accompagnarlo quest’anno al MiCo, lo chef Gianluca Gorini che con il suo daGorini ha guadagnato una stella nel 2019. La cucina di Gorini gioca con le stagionalità, interpreta colori, odori e consistenze della terra, tra autenticità e innovazione. Sono questi valori che hanno permesso l’incontro con Dattilo, circa tre anni fa.

Appennino nasce dalla passione di un imberbe ragazzino che a 16 anni, anziché chiedere il cinquantino, volle a tutti i costi un cane da tartufi.

Nel 1994 Dattilo fonda Appennino Food Group, oggi terza impresa italiana nel settore. Nel 2019, il fatturato ha toccato 11,6 milioni di euro. Il Covid, nonostante abbia rallentato il piano di crescita, è stato definito dal fondatore, «un momento di riflessione, un’opportunità per ripensare alla strategia». Le previsioni per il 2022 sono piuttosto rosee: si prevede un giro d’affari di 15,3 milioni.

A quanto pare essere contro-corrente ha pagato…

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di letizia ceriani

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