Il ritorno di Lundini

di giuseppe salemme

Un signore con i capelli bianchi e dal vago accento romano viene intervistato per strada. Racconta del raro disordine di cui soffre: a causa una carenza sensoriale non riesce a distinguere le pareti dei muri pubblici dai treni che sfrecciano ad alta velocità. Con i treni normali non ha problemi, dice, «ma un treno ad alta velocità crea un’omogeneità nella superficie visibile che lo rende molto simile a questo…», ed esita indicando il muro di fianco a lui, «… che è un muro, giusto?». Fortunatamente, un gruppo di residenti della zona è al corrente del suo peculiare disturbo. Per aiutarlo, vanno in giro con bombolette spray e scrivono grande e in stampatello su tutti i muri pubblici che quello no, non è un treno ad alta velocità: “NO TAV”, appunto.

Iniziava con questo sketch, nell’autunno 2020, la storia di Una pezza di Lundini, parodia del talk show all’italiana andata in onda su Rai Due per tre stagioni e che ha reso mainstream la comicità di Valerio Lundini. Il comico e musicista romano classe ‘86 si è ormai affermato come una delle figure più moderne, eclettiche e surreali dello showbiz italiano. Studente di giurisprudenza pentito («tre anni drammatici, per me è stata la cosa più difficile del mondo» ha confessato in varie occasioni), alla fine si laurea in lettere e, appassionato di Mel Brooks, comincia a collaborare in qualità di autore con Nino Frassica e Lillo & Greg.

Il suo stile serioso e surrealista lo porta nel 2019 a debuttare in tv in Battute?, programma comico condotto da Riccardo Rossi. L’anno dopo, la Rai gli affida un programma tutto suo: il concept esplorato da Lundini è quello della “pezza”, e cioè del programma messo su all’ultimo per colmare un improvviso buco nel palinsesto. Ma Una pezza di Lundini è molto di più: un caleidoscopio surreale che alterna sketch à la Monty Python con quell’umorismo cringecore che tanto successo sta riscuotendo dalla pandemia in poi…

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Letizia Ceriani

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