Il Mannarino, macellaio di quartiere 2.0
Il Mannarino apre i battenti a Milano nel 2019. L’ultimo anno, nonostante i numerosi stop & go causa pandemia, ha portato un fatturato di 7 milioni di euro e i fondatori Gianmarco Venuto (nella foto, a destra) e Filippo Sironi (nella foto, a sinistra) si aspettano di raddoppiarlo entro la fine del 2022. L’anno nuovo porta con sé molti progetti.
Tra maggio e dicembre sono attese nuove aperture a Milano in zona Navigli, e poi i primi locali a Como, a Lecco e a Novara. L’obiettivo è conquistare il Nord Italia «e poi chissà, daremo
ascolto ai feedback dei nostri clienti», dichiara Venuto in questa intervista a MAG. La proposta: la vita di quartiere made in Italy, l’artigianalità, la scelta accurata delle materie prime, ma anche tanta innovazione. Si tratta di una macelleria con cucina ispirata alla bracioleria pugliese tradizionale, ma adattata al contesto polimorfo e dinamico della città, quindi più smart, più urban e decisamente più young.
Le bombette, vero marchio di fabbrica, sono state riviste nelle dimensioni e nelle combinazioni di sapori, e così gli antipasti sfiziosi e la selezione di costate, di provenienza tracciata e certificata.
La pandemia ha costretto i soci Venuto e Sironi a reinventare più volte il brand per stare al passo coi tempi, investendo soprattutto nella digitalizzazione. In questo periodo è nato infatti un dettagliatissimo canale e-commerce, con servizio delivery annesso, e le cucine sono state ripensate come dark kitchen. Tra le prossime novità, ci sarà anche un’app pensata per fidelizzare e premiare i clienti appassionati.
Obiettivo finale: dare vita a una community sensibilizzata ed educata al buon cibo italiano.
Leggi l’intervista a Gianmarco Venuto e scarica la tua copia di MAG.