Home Restaurant Hotel lancia il franchising 4.0

Creare un vero e proprio ristorante in casa, sposando il concetto dell’home sharing con quello del social eating e trasformando quella che può essere un’attività saltuaria in una regolare. È questa l’idea su cui il cuoco calabrese Gaetano Campolo ha lavorato negli ultimi anni: ora, forte del successo e delle esperienze maturate fra Firenze e Reggio Calabria, la sua società, Home Restaurant Hotel, è pronta per un passo avanti, con il lancio di un sistema di franchising 4.0 che diffonda questo modello in tutta Italia.

“La nostra idea – spiega Campoloè di incentivare la nascita di nuove opportunità lavorative che permettano di sfruttare i principi della share economy. Con il franchising puntiamo a formare le persone perché possano inserirsi in un settore in fermento: il nostro è un paese con un patrimonio storico e turistico unico al mondo, ricco di biodiversità e di tantissime tradizioni regionali, anche culinarie, che spesso nemmeno noi italiani conosciamo. Far sviluppare il settore dell’ospitalità diffusa rappresenterebbe la possibilità di mettere a frutto questa ricchezza e di creare dei posti di lavoro anche nelle zone più in difficoltà da questo punto di vista, come il Sud Italia”.

Con il franchising, Home Restaurant Hotel offrirà, a 1.500 euro, 3 anni di abbonamento premium gratuito alla piattaforma e un corso in tre giorni in cui saranno spiegati tutti gli aspetti relativi al settore, dalla documentazione necessaria a come lavorare sul marchio per farlo rendere al meglio, creando una struttura di successo. “Gli home restaurant che ho creato a Firenze e Reggio Calabria hanno raccolto, e stanno continuando a raccogliere, il gradimento dei turisti di tutto il mondo, a partire da quelli italiani. È proprio partendo da queste case history che ho sviluppato l’idea del franchising, così da fornire a chi volesse seguire questa strada tutte le informazioni e le conoscenze che io ho dovuto scoprire in prima persona”, aggiunge Campolo.

Il franchising, in ogni caso, non è l’unico modo di lavorare con Home Restaurant Hotel: rimarrà sempre possibile infatti sfruttare la piattaforma per pubblicare i propri annunci. “Con la nostra proposta, tuttavia, siamo convinti di riuscire a raggiungere persone di qualsiasi età e che adesso magari lavorano in altri settori, ma che cercano un modo per reinventarsi, sfruttando quelle che possono essere le loro passioni, come quella per la cucina, sempre più diffusa”. 

Purtroppo, ricorda Campolo, durante la scorsa legislatura il Parlamento “ha fatto di tutto per distruggere questa possibilità”, con un provvedimento che era stato votato alla Camera e che poneva diversi limiti allo sviluppo di queste attività. “Per fortuna, prima che il Senato potesse approvare definitivamente la legge, un intervento dell’Antitrust ha sollevato diversi punti a favore del mondo degli home restaurant”.L’aspettativa è che adesso i vari ministeri competenti, dallo Sviluppo Economico al Turismo, possano “lavorare in sinergia, confrontandosi con gli imprenditori che sono già in campo, per far crescere un comparto che può fare molto per turismo e Made in Italy”. Anche perché, rimarca il cuoco, altri Paesi europei stanno sostenendo le loro società che operano nel settore: un esempio è la francese Vizeat, che ha comprato l’americana EatWith.

“Con il consigliere regionale calabrese Alessandro Niccolò siamo lavorando per presentare una legge a livello regionale, dopo che lo scorso marzo Home Restaurant Hotel ha presentato al Consiglio regionale il primo vademecum operativo del settore. La speranza è che, una volta approvato questo provvedimento, possa essere d’ispirazione per una normativa nazionale che favorisca il settore, invece di penalizzarlo inutilmente”.

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