L’enoturismo può salvare il settore vitivinicolo post Covid-19
I vini italiani sono largamente conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, e negli ultimi anni si sono imposti anche come attrattiva turistica. L’enoturismo, con i tour nei vigneti, le degustazioni e le varie esperienze enologiche, vale oggi oltre 2,5 miliardi di euro.
Il turismo enogastronomico a livello mondiale è in forte ascesa e il trend viene confermato anche in Italia. Periodo storico a parte, la nuova frontiera del turismo, dell’enoturismo in primis, si chiama esperienza, ovvero, vivere emozioni. Il desiderio di riavvicinarsi alla tradizione e alle radici, ai solidi valori espressi dal mondo rurale, portano molti turisti italiani e non alla scoperta del territorio a medio raggio.
Nel nostro Paese, però, spesso il settore non viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità, per esempio per mancanza di conoscenze specifiche e strumenti per realizzare strategie adeguate. Vinodila’, società specializzata in consulenza enoturistica in Italia, presenta dei progetti di formazione altamente specializzata.
“Crediamo che la maggior parte delle cantine italiane offra prodotti di qualità elevata, senza, però, essere in grado di raccontarli o presentarli in modo adeguato, e questo limita di fatto il loro mercato. La principale problematica è una mancanza di spirito imprenditoriale, che porta a sottovalutare i mercati digitali e, quando sono attive online, sfruttano solo una minima parte della rete. Inoltre, nonostante a livello nazionale l’enoturismo sia dal 2019 normato da legge apposita, manca nella quasi totalità delle Regioni la legge attuativa”, affermano da Vinodilà.
Un’altra questione che rende non semplice l’organizzazione del lavoro è la sovrapposizione di vari aspetti giuridici e contabili, che provoca una grande confusione dal punto di vista normativo e amministrativo riguardo ciò che le aziende di produzione agroalimentare possano e non possano fare, lasciandole disorientate.
Nelle prossime settimane Vinodila’ lancerà il progetto di “Human Wine Academy”. Si tratta della prima e unica Accademia dell’enoturismo in Italia. Il progetto si sviluppa su tutto il territorio italiano e coinvolge tutte le aziende che vogliano fare turismo agroalimentare.
L’obiettivo è di formare professionisti qualificati in grado di fare squadra con le realtà del territorio per trovare soluzioni.
L’Academy prevede due percorsi distinti di formazione professionale. C’è il winery ambassador, una figura che ha la responsabilità di gestire l’accoglienza, con una preparazione in ambito marketing, commerciale e gestione di eventi. A questo si aggiunge la wine business school, che propone una formazione continua per titolari o manager di aziende, con un percorso mirato e personalizzato.
Da poco è partito anche il master in collaborazione con OSM, Open Source Management e il Movimento Turismo Vino del Friuli-Venezia Giulia.
Le lezioni vengono svolte presso le cantine dei partner, secondo una metodologia del tutto innovativa, rendendo l’apprendimento interattivo, più rapido e concreto. Un esempio è “A tavola con il vignaiolo”. Si tratta di un format didattico che prevede una cena con affermati vignaioli del territorio, che condivideranno la loro esperienza e racconteranno il loro mestiere come mission della loro vita.
Previste attività pratiche esperienziali, dagli workshop per imparare le tecniche di degustazione e di presentazione del prodotto locale, ai laboratori di accoglienza in cantina. Gli studenti verranno accompagnati nell’esplorazione del territorio insieme a un’operatrice esperta di turismo esperienziale. I docenti sono tutti professionisti esperti in ambito enoturistico, professori universitari, consulenti e imprenditori.