Discovery punta forte sugli chef: il business dei cuochi in tv

La presentazione dei nuovi palinsesti di Discovery Italia non lascia dubbi: gli chef sono i protagonisti della stagione 2018 del Gruppo. Emblematico il caso di Carlo Cracco (nella foto), che dopo aver detto addio a MasterChef (Sky) sarà protagonista di uno show dedicato all’apertura del suo nuovo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. E forse questo sarà solo il preludio a una collaborazione più ampia.

Dal 7 settembre è iniziata sul canale Nove la seconda stagione di Top Chef Italia, con la giuria formata da Annie Féolde, Mauro Colagreco e Giuliano Baldessari (non c’è più, invece, Moreno Cedroni).

Antonino Cannavacciuolo ritorna con Cucine da incubo e con ‘O mare mio, ma anche con la novità Ci pensa Antonino che racconta particolari della vita privata dello chef affiancato dalla moglie e dai figli.

Su Real Time, Ernst Knam torna protagonista di Bake off Italia, affiancato dalla new entry Damiano Carrara, pasticcere toscano che lavora negli Stati Uniti, mentre su D-Max Chef Rubio presenta la nuova stagione di È uno sporco lavoro.

Anche altri canali investono nei programmi con protagonisti gli chef: su Sky continuano Hell’s Kitchen con Cracco, MasterChef con Bruno Barbieri, Antonia Klugmann e Cannavacciuolo, e 4 Ristoranti con Alessandro Borghese (Tv8), oltre a The Sweetman con Iginio Massari.

Una novità è rappresentata da Chopped, programma su Italia Food Network con Rosanna Marziale, mentre è confermato Cuochi e Fiamme su La7 con Simone Rugiati, protagonista anche di Miss Italia Chef.

Nel corso di diverse interviste, Foodcommunity.it ha parlato del business dei cuochi in tv con alcuni protagonisti del settore. Per Cracco «le attività collaterali certamente aiutano, oggi non si vive di solo ristorante, ma servono capacità per riuscire a gestire tutto».

Al business di Knam la tv «ha dato sicuramente una spinta notevole» che gli ha permesso di «entrare nelle case delle persone, farmi conoscere e allo stesso tempo praticare il mio lavoro e portarlo davanti al grande pubblico, al quale posso trasmettere una parte della mia passione e conoscenza di questo mondo».

Secondo l’imprenditore Joe Bastianich, giudice di MasterChef, «avere l’opportunità di comunicare ciò che si fa è un grande privilegio che comporta però anche una grande responsabilità. Saper bilanciare è la chiave per il successo. Credo sia innegabile che programmi come MasterChef  abbiano aiutato tutto il settore, dall’aumento delle iscrizioni nelle scuole alberghiere alla maggiore attenzione rivolta negli ultimi anni dai consumatori al cibo».

Non la pensa così lo chef Filippo La Mantia: «Il glamour che si è creato attorno al cibo e al cuoco non mi piace. Sono nati 10mila mestieri che speculano sulla sua figura, oggi sono tutti critici e il mondo del food è diventato una sorta di carrozzone enorme. Anche la televisione provoca danni, basti pensare che nelle scuole alberghiere quasi tutti vogliono fare i cuochi e pochissimi vogliono lavorare in sala».

Infine Matias Perdomo sottolinea che «stare fuori dal ristorante è più facile che “lottare” ogni giorno in cucina. Ora tutti fanno la fila per andare in televisione, ma si rischia di dare un messaggio sbagliato di gastronomia, che dovrebbe essere culturale».

 

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