Conti separati? Ecco perché il ristoratore non può dire no
di alessandro klun*
Immaginate un pranzo o una cena fuori con alcuni amici.
Al momento del pagamento ognuno decide di provvedere per sé ma il titolare del locale respinge la richiesta di conti separati e rilascia un solo documento fiscale.
Tale rifiuto è legittimo?
Preliminarmente va detto che nessuna norma impone al predetto di titolare di fare un conto unico o gli impedisce di ripartirlo per il numero dei ospiti.
Ciò detto la risposta parte necessariamente da una considerazione: quello che si instaura tra ciascun cliente e il medesimo titolare è un autonomo rapporto di natura contrattuale che si perfeziona al momento dell’ordine con la trasmissione della comanda alla cucina.
Da quel momento, nel caso di unico tavolo con più persone ci saranno tanti contratti quanti saranno gli occupanti, dovendosi escludere la sussistenza di un rapporto unitario per il solo fatto che più soggetti sono riuniti attorno ad esso.
Pertanto, salvo diverso accordo tra le parti, che deve essere concluso al momento della prenotazione o al più tardi dell’ordine, l’imprenditore sarà tenuto a effettuare un conto per ogni cliente che ne fa richiesta.
In conclusione, nei confronti del ristoratore, ogni ospite, al momento del conto, ha diritto di conoscere e pagare la propria quota, ferma la possibilità di dividere il totale complessivo in pari misura tra i tutti i commensali.
*A cena con diritto