BUN con due nuovi negozi e un food truck porta a 8 i locali del brand

Un format indovinato e vincente in cui l’attenzione per il prodotto va di pari passo con il rispetto di quei valori di sostenibilità, di inclusione e di kindness che oggi fanno la vera differenza. Il tutto immerso in un ambiente all’avanguardia dove la tecnologia e il design sublimano la food experience rendendola un unicum nel panorama della ristorazione italiana. È BUN, il brand di fast food che prosegue nella sua crescita affidando a locali (e a mezzi) fortemente identitari la sua filosofia a tutto tondo in cui il gusto si accompagna a un vero e proprio lifestyle.

Le nuove aperture
Via Spallanzani a Milano e Torino al centro commerciale Lingotto sono le ultime due aperture del brand di cui Danilo Gasparrini è amministratore delegato e che fa capo al Gruppo Gesa, società italiana specializzata in ristorazione guidata da Vincenzo Ferrieri. Un anticipo di quello che avverrà nel corso dell’anno in cui si prevede di arrivare a un totale di 18 punti vendita di BUN in Italia e a cui si aggiunge anche l’innovativo food truck, inaugurato nei giorni scorsi a Milano, pensato per rendere l’esperienza itinerante e soprattutto presente in quelle località ancora non servite dai negozi fisici.

La filosofia di BUN
Un progetto che parte, ma non si esaurisce, dal menu, in cui al classico hamburger newyorkese cucinato con tecnica smash si unisce la versione speculare vegetale e 100% proteica, il beyond meat, e prosegue nella filosofia caratteristica di BUN all’insegna del rispetto. Del pianeta, in primis, con un approccio totalmente plastic free e un’evoluzione verso una supply chain carbon neutral, per arrivare alle persone che compongono il mondo di Bun. Dei clienti, naturalmente, sui quali si esprime alla perfezione la kindess del brand, tradotta in gentilezza, in soddisfazione di ogni esigenza alimentare, nella condivisione di spazi in cui l’inclusività è la parola d’ordine. E del personale interno, coinvolto attivamente nella crescita dell’azienda, di cui fanno ugualmente parte persone provenienti da categorie svantaggiate e da accordi con associazioni che si occupano di risocializzazione.

Il design secondo BUN
Tutto questo senza dimenticare l’anima digitale di BUN e il suo coté squisitamente di design, amplificato dai suoi locali scenografici e instagrammabili firmati dallo studio spagnolo (e pluripremiato) Masquespacio. Una collaborazione vincente che, fin dagli esordi, ha dato vita ad ambienti tutti diversi tra di loro ma tutti ugualmente capaci di mantenere forte la loro identità e quella del brand.  A cominciare dal rispetto – sempre quello – delle caratteristiche architettoniche degli spazi scelti che, nel caso del ristorante di Spallanzani, ha visto nei giochi di archi e nell’esaltazione dei soffitti alti un atout vincente, sublimato da sedute che godono di affaccio verso l’esterno per creare continuità e con un corollario cromatico che ha fatto del verde e del giallo le sue tinte predilette.
La firma di Masquespacio, poi, è intervenuta sugli ambienti tipici del centro commerciale il Lingotto in cui è inserito il ristorante di Torino esasperando nel concept il motivo del cerchio e donandogli un effetto 3D capace di catturare i click. Il tutto in una palette cromatica che, accanto al verde identitario, vede protagonista il rosa tenue. Rosa che è anche il colore protagonista del food truck che BUN ha lanciato a Milano per enfatizzare l’originaria anima street della sua offerta che, naturalmente, conserva invariate le caratteristiche del cibo proposto nei suoi ristoranti. Il van, che al momento staziona a City Life e che nel corso dei mesi si sposterà in altri luoghi della città, è solo il primo mezzo di un progetto pilota che si propone di “bunnizzare” golosamente il territorio italiano.

FabioAdmin

SHARE