Bugnion e Consorzio Bolgheri Dop vincono contro il marchio Bolgaré

Bugnion e Consorzio Bolgheri Dop hanno vinto la battaglia sul marchio Bolgaré, registrato dall’azienda vinicola bulgara Domaine Boyar nel 2017. Il Tribunale dell’Unione Europea ha infatti giudicato definitivamente e manifestamente infondato il ricorso della società bulgara a seguito della pronuncia dell’Euipo del 2022, che aveva negato la registrazione del marchio nella classe dei prodotti alcolici, in quanto il marchio Bolgaré è ufficialmente evocativo della Denominazione di Origine Protetta.

Il caso

Dopo 6 anni di attesa si può dunque scrivere la parola fine a una vicenda iniziata nel 2017, quando Domaine Boyar aveva fatto domanda presso l’ufficio marchi europeo, l’Euipo, per registrare il marchio “Bolgaré” nella classe dei prodotti alcolici. Sorprendentemente, l’opposizione presentata dal Consorzio Bolgheri fu inizialmente respinta: è stato necessario attendere fino al 2022, quando l’Euipo accolse interamente l’appello del Consorzio.

La sentenza

A seguito di questo, la controparte bulgara impugnò la decisione di fronte al Tribunale dell’Unione Europea che, dopo circa un anno, si è ora espresso in maniera definitiva e inequivocabile sulla questione. Il massimo Tribunale comunitario ha sentenziato senza fissare nemmeno l’udienza, poiché i giudici, leggendo la difesa del Consorzio oltre che la decisione dell’Euipo, hanno ritenuto il ricorso bulgaro manifestamente infondato. La sentenza recita che il marchio “Bolgaré” è idoneo a evocare, nella mente del pubblico di riferimento, la Dop “Bolgheri”. In particolare, il Tribunale ha aggiunto che tale circostanza non può essere messa in discussione dal fatto, sostenuto dalla controparte, che il pubblico di riferimento potrebbe percepire il marchio “Bolgaré” come un riferimento alla Bulgaria. E infatti, secondo il Tribunale, tale circostanza, anche se fosse accertata, non è sufficiente a impedire che il pubblico, di fronte al marchio “Bolgaré”, abbia anche in mente l’immagine del prodotto coperto dalla Dop “Bolgheri”. In particolare, tra i due termini sussistono: 1) somiglianza fonetica, 2) numero simile di lettere, di cui le prime quattro uguali, 3) identità di prodotti 4) somiglianza figurativa nei caratteri di scrittura. Questa sentenza risulta avere un’importanza che va ben oltre gli interessi del territorio bolgherese, e costituità un precedente fondamentale per la protezione delle denominazioni d’origine italiane ed europee.

Il commento di Paola Stefanelli

“Ho avuto l’onore e l’onere di assistere il Consorzio di Bolgheri in questa vertenza per 6 lunghi anni e fin dai primi due gradi di giudizio davanti all’Euipo, condividendo con loro la bruciante delusione della prima decisione di rigetto e poi esultando con loro per la decisione della Commissione dei Ricorsi dell’Euipo che aveva ribaltato quella sentenza e riconosciuto che il marchio Bolgaré, evidentemente simile alla Dop Bolgheri, avrebbe potuto trarre in inganno il consumatore italiano, associando erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro” ha sp,iegato Paola Stefanelli (nella foto), consulente italiano ed europeo in marchi e design della sede Bugnion di Firenze e Arezzo, che si è occupata della difesa del Consorzio, in collaborazione con Nicoletta Colombo e Daniele Caneva di EY.

Letizia Ceriani

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