Berton, Milano non basta: «Punto a Hong Kong e Dubai»

Da San Daniele del Friuli a Dubai la strada sembra lunga. Ma Andrea Berton (nella foto) la sta percorrendo di corsa, avendo conquistato nel frattempo Milano ed essendosi affermato nel mondo dell’alta cucina come uno dei migliori chef in circolazione.

Classe 1970, ex allievo dei maestri Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, Berton ha fatto conoscere la sua cucina al Trussardi alla Scala, arrivando a conquistare due stelle Michelin.

Dopo questa esperienza fondamentale, dal 2012 ha iniziato una carriera ‘parallela’ a quella di chef che oggi lo vede sempre più imprenditore e ha il suo centro propulsore a Milano.

Nel capoluogo lombardo Berton ha aperto rispettivamente nel 2012 e nel 2013 il bistrot Pisacco e il bar Dry (in quest’ultimo ha sperimentato con successo la formula cocktail-pizza) entrambi in via Solferino.

Il luogo non è casuale, perché i due locali sono controllati dalla holding Solferino48 che appartiene per il 53% alla società di consulenza enogastronomica Food.Different, di cui è socio Berton, mentre il restante 47% delle quote è in mano a finanziatori.

I soci principali di Berton sono Tiziano Vudafieri, architetto del design studio Vudafieri Saverino Partners, l’avvocato e sommelier Diego Rigatti e Giovanni Fiorin, direttore esecutivo dei progetti ed ex gestore del Cafè Trussardi.

Lo chef friulano è anche presidente di Ambrosia, la holding che controlla il suo Ristorante Berton (una stella Michelin) aperto a fine 2013 nel quartiere di Porta Nuova a Milano. Qui ha una partecipazione del 25%, mentre l’asset manager Davide Fregonese detiene il restante 75%.

Nel 2015, ha detto Berton a MAG, i tre locali hanno generato un fatturato complessivo di circa 5 milioni di euro e per il 2016 si prevede un’ulteriore crescita.
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