Bari: pasta fresca in strada solo se a fine dimostrativo

*a cena con diritto

Niente pasta fresca lavorata in strada se non per finalità esclusivamente dimostrative. Questo, in estrema sintesi, è quanto prevedono le linee guida definite dal Comune con azienda sanitaria locale e associazioni di categoria per disciplinare l’attività delle pastaie di Bari vecchia, simbolo della tradizione delle orecchiette fatte a mano, in seguito alle polemiche sorte sulla artigianalità e scarsa igiene dei loro prodotti.

Nel dettaglio, le linee guida prevedono che l’esercente tale attività è qualificabile a tutti gli effetti come Operatore del Settore Alimentare (OSA), responsabile, come tale, di garantire il rispetto delle disposizioni in materia di igiene e salute alimentare in favore dei consumatori.

E’ altresì previsto l’obbligo di trattare e conservare materie prime e ingredienti in modo tale da evitarne il deterioramento e/o la contaminazione, così come altrettanto rigorose sono le prescrizioni in materia di tracciabilità.

A tal fine è espressamente imposta la conservazione della documentazione fiscale relativa all’acquisto degli alimenti utilizzati per la produzione della pasta fresca e degli imballi e materiali usati per il confezionamento che dovranno prevedere la formula ‘idoneo per alimenti’ e  dovranno essere conservati in magazzini in modo da garantirne l’integrità e idoneità all’uso alimentare.

Dovranno essere garantite le condizioni igieniche del personale, dei locali (cucina, bagno, dispensa, con adozione di specifiche misure come, ad esempio, l’applicazione di retine zanzariere alle finestre del locale di preparazione,) e delle attrezzature utilizzate per la preparazione della pasta (frigorifero, mestoli, piano di lavoro, ecc.) d), oltre alla corretta gestione dei rifiuti alimentari, che dovranno essere tempestivamente dai locali dove si trovano gli alimenti.

Sotto il profilo amministrativo, chi intende svolgere l’attività dovrà presentare apposita Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) come impresa domestica allo Sportello Unico Attività Produttive del Comune, con adozione di un piano di autocontrollo alimentare contenente le procedure di sicurezza e prevenzione dei rischi alimentari previste dal protocollo HACCP. 

*di alessandro klun

Letizia Ceriani

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