Bar o ristorante senza pos, che fare?
*a cena con diritto
Fermo restando che oramai da dieci anni le legge sanziona l’esercente attività di somministrazione alimentare che rifiuta i pagamenti elettronici con una multa di 30 euro, oltre una maggiorazione del 4% del conto finale, rimane da capire come comportarsi nel caso in cui il pos non vi sia o sia momentaneamente fuori uso.
Detto che, in forza della natura contrattuale del rapporto tra chi esercita tale attività e il cliente, quest’ultimo non può in ogni caso sottrarsi al pagamento del pasto e del servizio ricevuto occorre distinguere caso per caso. Nel caso di mancato funzionamento del pos il titolare dell’attività è tenuto a metterlo chiaramente in evidenza, a voce o con un cartello all’ingresso del locale, in modo tale che il proprio ospite è in condizione di poter scegliere se andare via ovvero consumare pagando in contanti.
Se il pos smette di funzionare al momento del conto occorre sempre buon senso: se il cliente non ha contanti, può ricorrere ad un pagamento alternativo (bonifico istantaneo, Satispay etc).
Resta il fatto che il cliente non può essere obbligato dal somministrante a cercare un bancomat né essere trattenuto nel locale. Se decide di allontanarsi sarà tenuto a comunicare le proprie generalità in modo tale che se non provvede al successivo pagamento, potrà esporsi ad un’azione legale.
Se poi il pos proprio non viene contemplato il cliente, ugualmente tenuto al pagamento, potrà segnalare l’esercente alle autorità competenti per l’applicazione delle relative sanzioni.
Infine, va precisato che, secondo la vigente normativa, non è prevista una cifra minima al di sotto della quale chi somministra alimenti e bevande può decidere di rifiutare pagamenti fatti con pos.
*di alessandro klun