Balocco raddoppia il fatturato e raggiunge 190 milioni

La piemontese Balocco, con 480 dipendenti, guarda al mercato premium grazie a un nuovo brand e punta ad accelerare sull’export, che oggi vale il 13%, grazie a una nuova famiglia di snack.
Dai dolci da ricorrenza ai biscotti, che oggi rappresentano il 50% dei ricavi, la storica azienda Balocco grazie alla destagionalizzazione dei suoi prodotti e a un investimento di 55 milioni di euro in tecnologia e macchinari, in 10 anni ha raddoppiato i suoi ricavi registrando un fatturato da 190 milioni di euro.
Dal 2008, quanto la realtà piemontese faceva 100 milioni di fatturato, ad oggi, l’azienda ha cambiato pelle, senza perdere però il gusto della tradizione e della qualità. Guidata dall’ad Alberto Balocco (nella foto) insieme alla sorella Alessandra e al padre Aldo, la prossima sfida è quella di conquistare i mercati esteri con uno snack continuativo.
L’ultimo investimento aziendale, in ordine temporale, è quello destinato all’ampliamento produttivo del sito di Fossano, su una superficie di oltre 12mila metri quadri, in grado di garantire un aumento del 20% della capacità produttiva.
«La maggiore competitività su mercato derivante dalla tecnologia ha fatto da volano per lo sviluppo, anche dal punto di vista dell’occupazione – sottolinea l’amministratore delegato –. Certo, oggi abbiamo meno addetti per turno ma abbiamo aumentato i volumi e l’organico è a quota 480 persone complessive, una fabbrica importante in un centro abitato di 25mila persone».
Nell’ottica di diversificazione del business Balocco ha inoltre investito in un piccolo laboratorio produttivo con 15 addetti nato all’interno di Fico Eataly World, a Bologna, con l’idea di creare una linea di alta pasticceria per la grande distribuzione.
«Abbiamo lanciato Bottega Balocco-Italian Bakery 1927 – afferma Balocco – per allargare la nostra presenza sul mercato e affiancare ai dolci della tradizione e ai biscotti anche la linea di alta pasticceria». Il progetto è rivolto principalmente a un pubblico internazionale come SvizzeraStati Uniti, mercati in cui la manifattura dolciaria italiana ha un grande potenziale, come dimostra Ferrero.
«Buona parte della crescita degli ultimi anni è stata trainata dai prodotti per la colazione, un’abitudine tutta italiana. Per questo vogliamo concentrarci su una gamma di prodotti a più alta capacità di penetrazione sui mercati esteri. Non ci interessa però soltanto lo snack da mangiare in giro, vogliamo proporre prodotti complementari al wafer per fare uno spuntino ricco e sofisticato anche in casa».

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