Alce Nero e l’epopea del biologico

di letizia ceriani

Da quasi mezzo secolo, Alce Nero percorre – nel bolognese e in tutta Italia – la strada del biologico. Il cibo viene prodotto in terreni liberi da erbicidi e pesticidi, custoditi ogni giorno nel rispetto per l’ambiente e per le persone che ci lavorano. È quanto emerso dal dialogo con Massimo Monti (in foto), che da più di vent’anni guida l’azienda nel ruolo di amministratore delegato.

Quella instillata da Alce Nero nel mondo dell’agricoltura è una vera e propria «rivoluzione», che ha svelato – o riportato in auge? – un modello virtuoso di vivere la terra e di concepire l’alimentazione. Tanta italianità ma non solo. Migliaia gli agricoltori produttori coinvolti nella Penisola e oltre 10mila le piccole imprese nel Sud e Centro America divenute socie della causa Alce Nero; la filiera viene rigorosamente controllata step by step.

Una realtà capillare, quindi, ma unita da un modus tradizionale (laddove la tradizione è da intendersi come savoir faire consapevole) e al contempo allineato sulle innovazioni tecnologiche, sempre rimanendo all’interno dei disciplinari che il biologico impone. Dalle conserve, alle passate, dai legumi al cioccolato e alla pasta, più di 300 prodotti e 50 diverse categorie, pensati per rispondere alla quotidianità di tutte le fasce, anche le più delicate.

Il settore del biologico, dopo aver visto una crescita abbastanza costante dal 2012 in poi, ha mantenuto buoni ricavi durante il Covid, ma sta incontrando oggi una battuta d’arresto. Nonostante la progettualità a livello europeo sia quella di raggiungere, infatti, una percentuale del 25% di superficie media di coltivazione biologica, «il grande tema è che si lavora sull’offerta ma che non sulla domanda», spiega l’ad Monti.

Alce Nero lavora quindi innanzitutto per questo: «sensibilizzare sul tema dell’importanza di una nutrizione biologica» in quanto «condizione necessaria per coltivare in modo veramente sostenibile».

Questo e tanto altro, in questa intervista a MAG.

Con quali obiettivi nacque Alce Nero?

Potremmo dire che la storia di Alce Nero è divisa in due parti. Nel 1978 l’azienda nasce come esperienza cooperativa e chi l’ha fondata – Gino Girolomoni – è stato a tutti gli effetti un pioniere del biologico in Italia, soprattutto se teniamo conto del fatto che la certificazione biologica a livello europeo risale al 1991.

Alce Nero quindi traccia un sentiero.

Esatto, inizia coltivando terreni abbandonati senza utilizzare chimica. In quel tempo, c’era un fattore valoriale e concettuale che andava quasi oltre l’aspetto agricolo, ma sicuramente uno degli obiettivi di Alce Nero fin dall’inizio fu di non utilizzare chimica nelle coltivazioni. E in quegli anni i terreni rischiavano seriamente l’avvelenamento.

Continua a leggere l’intervista e scarica la tua copia di MAG.

Letizia Ceriani

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