Ad alta quota: pranzo al Rifugio Scoiattoli
di letizia ceriani
Una vista mozzafiato è quella che ci accoglie appena saltati giù dall’ultima seggiovia che ci ha condotti, dopo una serie di morbide piste e un’ovovia, dal versante delle Tofane all’area delle Cinque Torri, compresa tra i passi Falzarego e Giau. A Sud-Ovest di Cortina d’Ampezzo, il magnifico complesso montuoso svetta nel bianco innevato delle cime. Al loro cospetto, a 2255 metri d’altezza, il Rifugio Scoiattoli* – costruito nel 1969 dalla guida alpina Lorenzo Lorenzi e oggi nelle mani della famiglia – accoglie calorosamente sciatori e turisti per una pausa conviviale o una sosta panoramica. Adagiata direttamente sulle piste, la struttura fa anche da punto di snodo per raggiungere attacchi di escursioni, falesie e ferrate anche nel periodo estivo.
Il nostro Natale qui è differente, questo è fuor dubbio e il fascino di un buon piatto davanti a queste montagne devo ammettere che ha pochi paragoni. Lo Scoiattoli è molto conosciuto nella zona – divenuta vera e propria culla e fucina per gli appassionati gourmand – proprio per la proposta enogastronomica e la vocazione all’ospitalità. L’ambiente si divide in una terrazza con un centinaio coperti affacciata sulle Torri, e in una parte interna che accoglie anch’essa un centinaio di commensali. Una volta varcata la soglia, a dare il benvenuto una cantina refrigerata che lascia intendere la qualità delle etichette – ci troviamo, d’altronde, nella regione del Prosecco. Un brusio in sottofondo, un vociare gioviale, riempie gli spazi.
Ma veniamo ai piatti. Oltre a una carta dedicata ai panini – tra cui l’immancabile puccia locale a base di speck e formaggio raccolti in un pane di segale arricchito con finocchio, semi di cumino e origano selvatico – il menu è molto ricco e vario. Dagli antipasti al dessert, ce n’è davvero per tutti i gusti, da piatti tradizionali alpini a rivisitazioni più sofisticate e contemporanee.
Per partire col piede giusto, è molto invitante il “tagliere Scoiattoli”, composto da affettati misti, polentina e formaggi, strudel salati e verdurine sott’olio, ma anche l’elegante e saporita tartare di cervo, servita con un’emulsione di lamponi, che regala una nota di acidità, stemperata dalla presenza del ginepro. C’è chi dice che almeno la metà degli ospiti dello Scoiattoli venga attirato dall’ovetto in quota cotto a bassa temperatura, accompagnato da polentina morbida, cardoncelli saltati con cipollotto e scaglie di tartufo nero. E in effetti è buonissimo.
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*Foto coperta da copyright.