A Milano c’è una nuova “osteria”

di letizia ceriani

Erano anni che non si vedeva tutta questa passione per le trattorie, gli osti e la pasta asciutta. Negli ultimi mesi, in quasi ogni angolo del capoluogo meneghino, stiamo assistendo a un quotidiano e prolifico nascere di locali “alla mano” che cercano di replicare quella convivialità e quel buon cibo tipici della cultura e della tradizione gastronomica nostrana, a volte riuscendoci e – diciamocelo – a volte no. Quindi, ben vengano i tavoli di legno e le tovaglie a quadretti (quando ci sono), i piatti a base di interiora, gli antipasti della tradizione, le presentazioni veraci e le stanze chiassose.

Con l’intento di omaggiare e riprodurre quei tempi andati (ma oggi così tanto agognati), ha aperto, a maggio di quest’anno, nel baccano del quartiere Isola, Speciale Osteria. L’idea nasce da un gruppo di imprenditori giovani ma navigati – in ordine, Stefano Riva, Marco Zanutto, Stefano Cerliani e Sara Arosio-, già titolari della catena milanese Sweetburger, lanciata nel 2021.

Il concetto alla base di Speciale Osteria – aperta sia a pranzo che a cena, dal lunedì alla domenica, senza pause – è quella di un posto in cui stare bene in compagnia e mangiare ingredienti di qualità cucinati come la tradizione comanda. Da Speciale si esce con il portafoglio un po’ più leggero, ma contenti, e questo è quello che conta. La carta non è né ampia né striminzita, equamente distribuita tra antipasti, primi e secondi, costellati di piatti tipici, milanesi ma non solo. Immancabili il vitello tonnato e i mondeghili – dalla giustamente rustica texture e serviti con una maionese allo zafferano davvero azzeccata -, ma anche la giardiniera, le puntarelle insalate sfiziose.

Tra i primi piatti, da assaggiare la pasta fresca home made – golosi i pici cacio e pepe adornati da qualche fiore di zucchina qua e là -, come anche il risotto alla milanese con midollo e gremolada – ben mantecato e impiattato a regola d’arte. Ogni stagione ha i suoi prodotti e il menù le fa eco, quindi, preparatevi palati invernali ai pizzoccheri, alla lasagna e alla girella ripiena di coda alla vaccinara.

Anche ai secondi è riservata molta cura e la brace riveste un ruolo essenziale. Oltre alla classica costoletta alla milanese, servita con rucola e pomodorini, infatti, la cucina cuoce filetti, tagliate e costate selezionate (in questo periodo con possibile aggiunta di tartufo, bianco o nero). E hanno effettivamente un ottimo aspetto.

Per chiudere davvero in bellezza, non rinunciate ai dolci, ma valutate bene la vostra gola a fine cena perché le porzioni sono assai generose. Difficile scegliere, ma noi seguiamo la famosa regola non scritta e andiamo sui classiconi: tiramisù, porzionato direttamente al tavolo, e tarte tatin, caramellizzata egregiamente e servita con l’obbligatoria pallina di gelato – in questo caso fatto con latte di bufala.

Per quanto riguarda i vini, si può sicuramente fare di più, ma è indubbio che ci siano bottiglie per tutte le occasioni, da quella più verace per le tavolate numerose, alle etichette di champagne per i clienti più esigenti.

Sicuramente in linea con altre proposte “contemporanee” in città, l’unicità di Speciale sta nel suo saper accogliere in maniera calda e sincera. Per davvero.

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Letizia Ceriani

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