IT Maison Milano: elegante ma genuino

di letizia ceriani

Abbiamo visitato la neonata location milanese di IT Maison, inaugurata lo scorso autunno in zona Moscova, a due passi dall’Arena Civica. Il progetto è legato a doppio filo con l’hotellerie di lusso. Il ristorante sorge infatti all’interno di un boutique hotel cinque stelle della catena VMaison, nata dieci anni fa dall’idea di Veronica Zimbaro. Il brand IT nasce dalla mente di Alessio Matrone e Danilo Caruso, soci fondatori di una realtà oggi presente anche a Ibiza, Londra, Porto Cervo e Tulum.

Di milanese, dal design alla proposta gastronomica, in IT Maison c’è ben poco ma si sa che lo spirito abita anche i dettagli meno visibili, a partire dall’accoglienza, qui professionale, calorosa, italiana.

L’hotel, ubicato in una via appartata e tranquilla, è ammantato da un giardino privato curato e da alte siepi. Il ristorante si trova oltre la hall e si apre con la zona bar che prosegue affacciandosi su una veranda, elegante, arredata con stile. La cucina è aperta tutto il giorno e il servizio è garantito dalle 7 del mattino anche di domenica, specialmente per ospitare il momento del brunch. Le ore serali hanno però uno spazio d’eccezione. L’intento sembra essere questo, a detta di Matrone, socio fondatore del brand IT Maison: sviluppare un concetto «dove le persone vengono per cenare, ballare e divertirsi», fino all’una di notte. La sala, in effetti, diventa particolarmente vivace dalle 21 in poi e l’accompagnamento musicale è un must.

Ma veniamo ora al cibo, vero motivo per cui siamo qui. La carta è variegata e pensata per un pubblico internazionale (e modaiolo). L’executive chef di origini campane, Romualdo Palladino, firma un menu pensato per la condivisione.

Assaggiamo il Baba ghanoush – le melanzane arrosto si uniscono alla dolcezza della burrata con un pizzico di piccante ed erba cipollina – servito con pane guttiau, la leggerissima tempura di gamberi, lime e togarashi (mix di spezie giapponesi acidula e piccante, molto indovinata), il crudo di gamberi di Mazara con salsa Ponzu – freschissimo e ben presentato – e l’iconico mini bun (suggerito da tutti i tavoli attorno a noi) ripieno di maiale preparato in stile “pulled pork”, con salsa alla senape e verdure croccanti a completare il boccone. Sazi degli assaggi, saltiamo i primi (tra i quali è consigliatissimo il tagliolino fresco con limone e scampi) e optiamo per un piatto vegetale – che no, non è più contorno – e un secondo di pesce (qui sono molto forti anche sui tagli di carne, stasera di razza manzetta prussiana o Angus americana). La stagione è quasi finita ma ne approfittiamo ugualmente: il radicchio trevigiano grigliato dolce è servito su una fonduta di parmigiano con riduzione di aceto balsamico e nocciole tostate. Meno riuscita la cottura del polpo in salsa bbq alla brace, accompagnato da un purè poco cremoso e costellato di dettagli di giardiniera di verdure che non riescono ad amalgamarsi del tutto con il sapore del piatto. Péché.

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Letizia Ceriani

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