Armatore, colatura di alici di Cetara 2.0

Dalle navi da pesca all’opificio, il ventottenne Luigi Della Monica fonda il suo brand Armatore e conquista i ristoranti stellati

di francesca corradi

È proprio il caso di dirlo, l’abito fa il monaco. Quale incipit potrebbe essere più adatto a raccontare la storia del marchio Armatore che, grazie a un’ottima materia prima e un accattivante packaging, porta le eccellenze cetaresi su tutte le tavole. Ma facciamo un passo indietro. Il protagonista di questa sfida imprenditoriale è Luigi Della Monica, un ragazzo che nasce in un borgo medievale della Costiera Amalfitana e – come papà, nonno e bisnonno – fa della pesca del tonno rosso la sua professione.

L’imprenditore rappresenta la quarta generazione dei Della Monica, gruppo conosciuto da oltre un secolo e proprietario di una delle dodici tonnare autorizzate alla pesca del Tonno Rosso con il metodo a circuizione. Nel 2017, il giovane, diversifica il business rilevando uno stabilimento di oltre mille metri quadri, in provincia di Salerno, per seguire così tutte le fasi della filiera.

Dalla pesca alla tavola, fino ad arrivare alla ristorazione, Della Monica ha raccontato a MAG il suo progetto, basato su artigianalità, qualità, sostenibilità e innovazione, che, in pochi mesi, ha portato le referenze Armatore in tante cucine stellate e sugli scaffali di botteghe del calibro di Peck.

 

 

La famiglia Della Monica è conosciuta per il suo tonno…
Si, il nostro business, da sempre, è la pesca del tonno rosso che si concentra in trenta giorni all’anno e viene venduto principalmente in Giappone, previo ingrasso in siti di allevamento collocati a Malta.

 

Perché vi rivolgete al mercato nipponico e non all’Italia?
I giapponesi richiedono altissimi standard per cui sono disposti a pagare grandi cifre per un prodotto certificato, di alta qualità e sostenibile.

 

Com’è stato il passaggio dalla barca all’azienda?
Entusiasmante e stimolante. Ogni giorno una nuova sfida.

 

Come nasce Armatore?
Non volevamo più dipendere solo ed esclusivamente da un’unica nazione perciò abbiamo deciso di approcciarci ad altri mercati e diversificare la nostra offerta. Il punto focale alla base di tutto è la certezza della materia prima. Attraverso la newco riusciamo a essere presenti in tutte le fasi della filiera, per gestire quindi la pesca, la produzione e la commercializzazione di due eccellenze del nostro territorio – le alici di Cetara e il tonno rosso – lavorati entro poche ore dalla pesca. Artigianalità, qualità e sostenibilità sono i tre valori principali su cui si fonda l’azienda.

 

E la tradizione?
Da sempre la vision di Armatore è mettere in relazione due concetti apparentemente antitetici, quali tradizione e innovazione.

 

Concretamente come si è sviluppato il progetto?
Nell’ottica di una crescita commerciale, l’azienda ha deciso di aderire ai Feamp – Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca – 2014/2020, indetti dalla regione Campania, includendo l’acquisto di un nuovo opificio e tutti i macchinari necessari alla trasformazione del tonno rosso, non solo in conserva ma anche fresco e abbattuto.

 

Quanti e quali referenze avete?
Attualmente l’azienda produce e commercializza sei prodotti: la colatura di alici di Cetara, alici di Cetara sotto sale e in olio, filetti e ventresca di tonno rosso, bottarga di tonno rosso.

 

Qual è il vostro mercato?
Diciamo che l’80% è rappresentato dall’horeca mentre il 20% dalla distribuzione in boutique del gusto. Sono fiero di poter dire che i nostri prodotti si trovano sugli scaffali di importanti botteghe, come Peck a Milano, e in tante cucine.

 

 

Anche stellate…
Si, i nostri prodotti sono già arrivati nelle mani di tanti grandi chef. Una menzione particolare vorrei farla allo Chef Gennaro Esposito, uno dei primi a credere nelle potenzialità dei nostri prodotti.

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