Un rivoluzionario di nome Scabin

di letizia ceriani

Molti iter sono lineari, escludono tornanti e deviazioni di percorso. Il viaggio di Davide Scabin l’ha spesso portato su strade meno battute, di instancabile ricerca e talvolta di incompresa genialità. Oggi è – di nuovo – a Torino, come Executive Chef dello storico ristorante Carignano.

Il locale sabaudo, che si trova all’interno della prestigiosa cornice del Grand Hotel Sitea (già Locale Storico d’Italia), si aggiudica la stella Michelin nel 2018 sotto l’egida dello chef milanese Fabrizio Tesse, ora al comando della Pista del Lingotto.

La realtà Sitea viene oggi portata avanti dalla quarta generazione della famiglia Buratti-Lera, dall’orgogliosa anima torinese, e comprende non solo Il Carignano, ma anche il Bistrot Carlo e Camillo e il servizio di banqueting. Da novembre 2022 Davide Scabin sarà ufficialmente operativo e si occuperà dell’intera proposta gastronomica del gruppo. In cucina, sarà coadiuvato dai giovanissimi Francesco Polimeni, chef de cuisine classe 1997, e Kevin Gardini, ma la brigata si sta ingrandendo.
Spiega Scabin: «Torino è sempre un’officina che forgia qualcosa, una fucina di idee». È una città che lascia trapelare un’identità chiara e orgogliosa capace di confrontarsi con i modi tutti contemporanei di concepire il cibo e la tavola, cercando il giusto ritmo tra storico e contemporaneo.

Il conforto del conosciuto non esclude mai l’azzardo, lo spazio all’inedito. E qui entra in gioco Davide Scabin, acrobata della sperimentazione in cucina e grande conoscitore delle ricette di una tradizione che, a suo parere, «non si ferma mai, è in continua evoluzione».

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Letizia Ceriani

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