Sangorache, la bevanda di amaranto registrata dall’Università di Firenze

Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze ha registrato il marchio “sangorache”, una bevanda a base di amaranto a seme nero che verrà presentata il prossimo 7 giugno nella tenuta di Cesa a Marciano della Chiana.

“Sangorache” è la prima bevanda a base di amaranto coltivato in Italia utilizzando una varietà di seme nero, uno questo pseudo-cereale selezionato dall’Ateneo fiorentino. è il risultato di una sperimentazione promossa dal Dipartimento di Agraria in collaborazione con un birrificio toscano.

«Il nome botanico della pianta è “amaranthus cruentus” – spiega l’autore del marchio Paolo Casini (nella foto, a sinistra) del DAGRI – si riferisce a un alimento tipico dell’America Latina, mentre sangorache è il termine con il quale le popolazioni andine indicano l’amaranto senza riferirsi ad alcuna specifica varietà fra tante in cui è conosciuto lo pseudo-cereale».

La registrazione della bevanda rappresenta un’ulteriore tappa dell’attività di ricerca ventennale svolta dal DAGRI presso il “Centro per il Collaudo ed il Trasferimento dell’Innovazione” di Cesa. Sempre qui, il gruppo di lavoro coordinato da Paolo Casini, ha messo a punto “quipu” la prima varietà italiana di quinoa protetta dall’Università di Firenze.

«La nascita del marchio “sangorache”, il nono a finalità commerciale dell’Ateneo fiorentino, prende le mosse da un processo di innovazione e valorizzazione di conoscenze che sono state condivise a beneficio del territorio – sottolinea il prorettore ai rapporti con il territorio e con il mondo delle imprese Marco Pierini – e rappresenta per questo un esempio di grande interesse per il trasferimento tecnologico, una delle tre principali missioni universitarie, insieme alla didattica e all’attività di ricerca».

All’incontro del 7 giugno, che si aprirà con una visita ai campi sperimentali, interverranno alcuni studiosi dell’Ateneo fiorentino. Paolo Casini illustrerà le attività svolte presso la Tenuta di Cesa su quinoa, amaranto e cece – “Le colture superfood in Toscana”. Interverranno anche il direttore del dipartimento Simone Orlandini e i docenti Marco Napoli e Marco Nocentini.

Letizia Ceriani

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