Rischia di saltare il passaggio di Peroni ad Asahi
Rischia di saltare il passaggio di Birra Peroni ad Asahi. Dopo lo stop alla fusione tra i due colossi Ab Inbev e SabMiller (proprietaria del brand italiano), l’operazione è in fase di stallo.
Il crollo della sterlina sul dollaro dopo il referendum sulla Brexit ha bloccato la maxi-fusione tra Ab Inbev e SabMiller, con quest’ultima che ha chiesto un’integrazione economica di circa 1,5 miliardi di sterline per compensare la svalutazione dell’affare.
Lo scorso aprile Ab Inbev aveva accettato l’offerta vincolante da 2,55 miliardi di euro presentata da Asahi per alcuni brand europei di SabMiller come Peroni, Grolsch e Meantime.
I tre marchi erano stati messi in vendita da Ab Inbev per avere il via libera dalla Ue all’acquisizione di SabMiller, che aveva comprato Peroni nel 2003.
Ma l’affare andrebbe in porto solo se sarà completata anche l’acquisizione di SabMiller da parte di Ab Inbev, prevista nella seconda metà del 2016 e ora in bilico, nonostante il gruppo belga abbia recentemente alzato la sua offerta per l’azienda britannica.
Asahi, primo produttore giapponese di birra per fatturato, è una storica azienda nata a Osaka nel 1889 e diventata con il tempo un gigante del settore, che controlla numerosi marchi non solo di birra.
L’operazione con Ab Inbev sarebbe la maggiore acquisizione da parte di un’azienda del Sol Levante nel comparto della birra e permetterebbe ad Asahi di entrare nel mercato europeo.
Peroni, nata a Vigevano nel 1846, in Italia ha stabilimenti a Bari, Roma e Padova, 689 dipendenti e un fatturato 2015 di 347,9 milioni di euro. Nel 2003 l’acquisizione del 60% del marchio era costata a SabMiller 246 milioni di euro.