Fatturato da 135 milioni, Rigamonti punta al raddoppio della produzione

Il gruppo chiude il 2020 in crescita del 7% e annuncia investimenti per 25 milioni.

Rigamonti lancia la prima Carta delle Bresaole. Il vademecum è dedicato ai consumatori, per scoprire il prodotto tipico a partire da origine, gusto e caratteristiche delle carni in base alle razze.

L’azienda valtellinese della bresaola punta sempre di più su qualità totale, filiere certificate e diversificazione di gamma.

Perché non esiste solo una ma tante bresaole. Non c’è solo quella della Valtellina igp, quarto tra i salumi dop e igp in Italia per valore alla produzione, e che per Rigamonti vale circa il 50% del fatturato. C’è anche quella certificata 100% italiana 4 IT da razze nostrane (come Bruna Alpina e presto la Fassona). Per chi cerca sapori più decisi. invece, c’è il salume a base di Black Angus – da Australia, Usa o Uk. Infine c’è la Gran Fesa Rigamonti da bovini di razze europee charolaise e limousine.

Al vademecum si affiancherà una campagna social sui canali Facebook e Instagram di Rigamonti e una pagina ad hoc dedicata ai consumatori.

Per Claudio Palladi, ad Rigamonti: “È fondamentale non demonizzare la provenienza estera della materia prima: i quantitativi di carne italiana destinati alla bresaola – oggi pari a 700 tonnellate di cui 500 acquistate da Rigamonti – non saranno mai in grado di soddisfare l’intero mercato. Senza la materia prima estera non esisterebbe la Bresaola. Quello che conta è il percorso di qualità totale intrapreso nella selezione della carne estera […]. Questi due concetti non sono in antitesi ma vanno di pari passo. Ad oggi siamo gli unici sul mercato a visitare personalmente le fazendas in Brasile e ad attuare per la carne sudamericana un controllo di filiera certificato CSQA […]. Così come siamo gli unici a produrre in accordo con Coldiretti la Bresaola da filiera 100% italiana (4IT), con animali nati, allevati, macellati e lavorati in Italia. Una nicchia cresciuta del 20% nell’ultimo anno ma che può e deve crescere ancora”.

Quella della filiera italiana è una grande sfida per Rigamonti, considerata la limitazione della materia prima.

 

Oggi – spiega Palladi – lavoriamo 500 tonnellate di carne italiana, pari al 4% della nostra produzione, ma sono convinto che grazie alla sinergia avviata con Coldiretti sarà possibile superare le mille tonnellate. Tra le novità a cui stiamo lavorando c’è anche la valorizzazione della filiera della fassona piemontese, che arriverà sul mercato entro fine anno. […] entro il 2023 arriveremo a preparare con carne italiana il 10% delle 60mila bresaole da noi prodotte ogni settimana”.

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