«Raccontiamo i terroir e la storia dei vini». Il mondo di Luca Cuzziol
di letizia ceriani
Luca Cuzziol dal 2015 seleziona e distribuisce vini di qualità dall’Italia e dal mondo. Oggi l’azienda, di cui Cuzziol detiene il 75%, Luciano Benetton il 12,5% e la Bruno Paillard il 12,5%, conta 137 aziende vitivinicole, di cui 46 italiane e 91 estere. «Espressione del terroir e grande qualità», questa la mission aziendale.
Cuzziol GrandiVini nasce nel gennaio 2015 come naturale evoluzione di Cuzziol, azienda creata alla fine degli anni ‘50 da Renzo Cuzziol dedicata alla distribuzione di petroli e al commercio di bevande. Negli anni l’azienda si evolve cedendo il ramo d’azienda dei petroli fino a diventare, nei primi anni ‘2000, una società per azioni con soci i tre fratelli Grazia, Giuseppe e Luca. Cuzziol GrandiVini nasce con l’intento di costituire un sistema strategico di sviluppo su tutto il territorio nazionale poggiata su una rete commerciale preparata ed estesa, sulla partecipazione a eventi mirati firmati Cuzziol, sulla presenza ai grandi eventi del mondo enologico.

«Il compito del selezionatore di vini, dove sono sempre di più quelli traducono le specificità del terroir, non è per nulla semplice, ma – racconta Cuzziol – occorre essere in prima persona al centro del processo aziendale di selezione». Insieme ai produttori, Cuzziol GrandiVini cerca di disegnare una linea di crescita, un accompagnamento che spesso finisce per superare l’aspetto più commerciale e anticipa i trend del mercato facendo «rete».
Cuzziol GrandiVini ha chiuso il 2022 con un fatturato di oltre 24 milioni di euro, registrando una crescita del +16% sull’anno precedente. Con un team di27 persone, l’azienda opera attraverso oltre 6.800 clienti su tutto il territorio nazionale per un totale di circa 2,2 milioni di bottiglie consegnate nel 2022.
MAG ha incontrato Luca Cuzziol, fondatore e amministratore unico di Cuzziol Grandi Vini.
Se dovesse descrivere l’identità dell’azienda Cuzziol, quali tratti sottolineerebbe?
La nostra è un’azienda che cerca di portare i singoli terroir e quello che esprimono sul mercato. Né più né meno cerchiamo di essere dei selezionatori avendo chiaro in testa la radice e il messaggio che ogni singolo produttore ha da dire. Si tende a fare una valutazione legata a quello che di più insito c’è in una proposta, contestualizzandola. Noi viviamo di prodotti che compriamo e vendiamo e cerchiamo di farlo al meglio.
Questo cosa comporta?
Se dovessimo inserire un brand di Borgogna, risulterebbe più facile che lanciare un’area vitivinicola meno conosciuta. Questo significa a volte correre dei rischi, ma programmando il progetto il risultato, con tempi più o meno diversi, arriva.
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