Manovra economica, Plastic Tax e Sugar Tax
La legge n. 160/2019 di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 ha introdotto due misure molto discusse, destinate ad avere importanti ripercussioni nel tessuto economico del settore food.
Plastic Tax e Sugar Tax sono teoricamente finalizzate a ridurre i consumi di bevande edulcorate e la produzione di beni in plastica, considerati dannosi per l’ambiente e per la salute.
Per comprendere l’impatto di tali misure, appare opportuno esaminarle più nel dettaglio.
La Plastic Tax si pone nel solco tracciato dalla Direttiva Europea sulle plastiche monouso (la “Single-Use Plastics” Directive), adottata lo scorso maggio dal Consiglio UE; essa si applica al consumo dei cosiddetti ‘manufatti con singolo impiego’ (“MACSI”) destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari.
Rientrano nei MACSI oggetto della Plastic Tax quelli realizzati con l’impiego, anche parziale, di materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica e che non sono ideati, progettati o immessi sul mercato per compiere più trasferimenti durante il loro ciclo di vita o per essere riutilizzati per lo stesso scopo per il quale sono stati ideati.
Tra questi vi sono anche i MACSI che consentono la chiusura, la commercializzazione o la presentazione dei medesimi MACSI o di manufatti costituiti interamente da materiali diversi dalle materie plastiche e i prodotti semilavorati, realizzati con l’impiego, anche parziale, di materie plastiche impiegate nella produzione di MACSI. Le confezioni in tetrapak, inizialmente escluse dall’applicazione della Plastic tax, sono rientrate nell’ambito di applicazione della norma nella sua formulazione finale.
Esclusi dall’applicazione dell’imposta sono invece i MACSI che risultino compostabili (ex UNI EN 13432: 2002), così come i contenitori di medicinali e i dispositivi medici.
L’obbligo di pagamento grava sul fabbricante che si trovi sul territorio nazionale, oppure sul soggetto che nell’esercizio della sua attività economica acquista i MACSI in altri paesi europei, o l’importatore degli stessi da Paesi extra UE, oppure sul venditore che, sempre nell’esercizio della sua attività economica, ceda detti materiali ad un consumatore privato, e diviene esigibile al momento della produzione o dell’introduzione/importazione dei MACSI nel territorio nazionale.
L’imposta è fissata nella misura di 0,45 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI e sarà applicata a partire dal mese di luglio 2020.
Gravi le sanzioni per il mancato pagamento dell’imposta, bilanciate tuttavia dal riconoscimento di un credito di imposta del 10% sulle spese sostenute dalle imprese per l’adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti compostabili tra il 1° gennaio 2020 ed il 31 dicembre 2020.
La Sugar Tax, invece, si applica alle bevande edulcorate aventi un tenore alcolico inferiore o uguale a 1,2% vol., con un contenuto complessivo di edulcoranti uguale o inferiore a 25 grammi per litro (per i prodotti finiti), o a 125 grammi per chilogrammo (per i prodotti predisposti per essere utilizzati previa diluizione), quali i succhi di frutta o di ortaggi, acque minerali e gassate con aggiunta di zucchero o di altri dolcificanti o di aromatizzanti, altre bevande non alcoliche, destinate al consumo alimentare umano.
L’obbligo di pagamento sorge al momento della cessione da parte del fabbricante o del soggetto nazionale che provvede alla presentazione alla vendita per i consumatori sul territorio italiano, oppure al momento dell’acquisto da parte di Paesi UE o importazione da Paesi extra UE.
L’imposta è fissata nella misura di 10 euro per ettolitro, per i prodotti finiti e euro 0,25 per chilogrammo, per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione.
Anche per la Sugar tax l’applicazione è differita; dovrà infatti attendersi l’emissione di decreto del Ministro dell’economia e delle finanze (da pubblicare entro agosto 2020) contenente le modalità applicative dell’imposta.
Nonostante misure di questo tipo siano ritenute generalmente necessarie per far fronte a fenomeni quali l’inquinamento e l’aumento di patologie (obesità, diabete) legate all’assunzione eccessiva di zuccheri, entrambe le imposte sono state mal accolte, in particolar modo dal mondo imprenditoriale. Ad esempio, diverse grandi aziende operative nel settore dell’imbottigliamento di bevande analcoliche edulcorate stanno seriamente valutando l’ipotesi di delocalizzare i propri impianti di produzione per sfuggire così all’imposizione. Confindustria, da parte sua, ha espresso critiche perché entrambe le imposte incidono “sui fattori e sui prodotti e non sui comportamenti”.
Occorrerà vedere nei prossimi mesi se e quanto queste imposte contribuiscano a determinare un mutamento di cultura ambientale ed alimentare, o rappresentino solamente l’ennesimo odioso balzello privo di utilità.
Avv. Paola Ghezzi – Partner Studio CMS
Avv. Massimo Alpigiani – Senior Associate Studio CMS