Peraboni: «Serve una grande fiera per il food»

All’Italia manca una fiera internazionale dell’agroalimentare proporzionale al valore del Made in Italy nel mondo. Per questo serve un salto di qualità nell’organizzazione di una manifestazione di settore che può avere come centro Milano.

Ne è convinto l’amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni (nella foto), che ha spiegato al Sole24Ore: «L’Anuga di Colonia e il Sial di Parigi hanno un tasso di internazionalizzazione che in Italia nessuna fiera oggi ha. Noi, nell’ultima edizione di Tuttofood, abbiamo raggiunto i 77 mila metri quadrati espositivi, ma abbiamo un gap di 40 mila metri rispetto al salone di Parigi. E dobbiamo confrontarci con i 150 mila metri dell’Anuga».

Secondo Peraboni, dopo Expo «oggi presentare l’Italia e Milano al mondo è più facile perchè la credibilità è cresciuta e di molto. La chiave di volta, la sfida se vogliamo usare questo termine, è avere la capacità di offrire piattaforme veramente internazionali. Qui sta la differenza e i numeri, allora, hanno un peso. È difficile che i buyer corrano ad una fiera se non c’è una massa critica che rappresenti realmente il settore».

«Dobbiamo riuscire in due o tre edizioni di Tuttofood ad avvicinare e poi superare il Sial di Parigi», ha aggiunto Peraboni, «come abbiamo fatto nel design e nel mobile dove oggi siamo leader mondiali. La fiera aiuta le piccole imprese, le start up a crescere e a internazionalizzarsi, a costi accessibili».

Ma per riuscirci «serve uno sforzo nazionale, senza logiche territoriali e politiche. Ora tocca ai vari attori mettersi assieme e pensare in termini di sistema Paese. Solo così si può crescere e diventare davvero internazionali e attrattivi per espositori e buyer».

Invece nella situazione attuale dall’8 all’11 maggio 2017 è previsto a Milano Tuttofood, dall’10 al 12 maggio Macfrut a Rimini; in aprile il Vinitaly a Verona e a cavallo di questi due eventi Parma si inserisce con CibusConnect. «In due mesi quattro esposizioni, così facciamo solo un favore alle fiere agroalimentari tedesche, francesi e spagnole», ha concluso Peraboni.

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