Miscusi certificata B-Corp

Miscusi diventa società B-Corp, facendosi pioniere della sostenibilità dei brand di food retail. Con il miscusi stock, destina ai dipendenti il 5% della società.

Sustainability Lover

Da sempre impegnato in progetti sostenibili, Miscusi cerca da tempo di ridurre al minimo l’impatto sul pianeta a partire dalla scelta dei fornitori che devono essere in linea con i valori del brand tramite un modello di agricoltura rigenerativa. Per questo, la start-up ha ottenuto, tra i primi brand food retail in Italia, la certificazione internazionale B-Corp. Si prepara una seconda fase della vita del brand che sta sviluppando numerose iniziative per perseguire il proprio scopo di diffondere lo stile di vita mediterraneo basato sui valori della sostenibilità, della convivialità e dell’inclusività.

«Il mondo sta sperimentando sempre più impatti climatici pericolosi e crisi umanitarie. Il sistema alimentare è responsabile di circa il 28% delle emissioni globali di gas serra – ha spiegato Alberto Cartasegna (nella foto ) fondatore e ceo di miscusi – L’agricoltura e i cambiamenti di uso del suolo associati, così come i fertilizzanti, i pesticidi e il letame, sono la più grande fonte di queste emissioni. Miscusi intende contribuire concretamente ad una soluzione, mettendo in atto comportamenti virtuosi. Tutto può partire da un piatto di pasta».

La Miscusi Family

L’attenzione per il sociale parte dalla comunità aziendale , brandizzata in miscusi family. Con il miscusi stock, un piano di azionariato diffuso, si prevede di destinare il 5% della società a store manager e dipendenti dell’HQ con contratto a tempo indeterminato, dopo un primo periodo di inserimento in azienda. Questa iniziativa ha consentito a quasi il 20% dei dipendenti di avere il diritto di possedere azioni.

Da anni, inoltre, la società supporta i propri fornitori in un percorso di miglioramento e crescita, condividendo gli stessi valori di sostenibilità umana e ambientale: l’80% dei fornitori adotta soluzioni circolari, il 70% ha un programma di monitoraggio dei consumi energetici, dell’acqua e del food waste, il 90% dei dipendenti è assunto a tempo indeterminato.

Spesso accade che i fornitori diventino partner e si impegnino anch’essi in un controllo attento della filiera produttiva, per avere massima qualità e minimo spreco.

In quest’ottica, miscusi ha dato il via ad un progetto sperimentale di agricoltura rigenerativa basato sulla coltivazione di cereali a basso impatto ambientale.

«Oramai da un paio d’anni, lavoriamo con tutti i nostri fornitori per mappare le emissioni, partendo dal campo e seguendo il prodotto fino al piatto. Un lavoro lungo e dispendioso, ma necessario. Oggi vediamo i primi risultati: il nostro menu rispetta gli obiettivi di “planetary boundaries” delle Nazioni Unite per il 2030», ha aggiunto Cartasegna. Per ridurre al minimo la CO2, Miscusi sta conducendo «un progetto pilota, riscoprendo grani antichi e cereali alternativi, seguendo sempre il mantra della biodiversità, praticando agricoltura non invasiva e di precisione. Lanceremo entro fine anno il primo piatto di pasta “good for you & good for the planet” che cerca di realizzare una sorta di equilibrio nutrizionale e planetario».

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