Mia Kombucha raccoglie 270mila euro su Mamacrowd

MIA Kombucha, il primo brand italiano di kombucha nato dall’idea di cinque under 35 e dalla fusione di due produzioni artigianali lombarde (MIA, appunto, nell’area di Varese, e Revolucha Kombucha nel comasco), annuncia un aumento di capitale da 270mila euro, raccolti sulla piattaforma di equity crowdfunding Mamacrowd.

Tutto ha inizio durante il lockdown del 2020. Il co-founder Mattia Baggiani (a destra nella foto) torna a Varese da un’esperienza di lavoro in Australia e porta con sé la passione per una bevanda millenaria, il kombucha. Insieme a Battista Maconi, Gabriele Mezzadri, Simone Vertemati e Ivan Parenti, crea Mia Kombucha utilizzando solo ingredienti di prima qualità. Dall’infusione del tè alla sua fermentazione, tutta la produzione di Mia Kombucha è completamente gestita nel laboratorio di Induno Olona, in provincia di Varese. Il kombucha di MIA Kombucha è in quattro gusti: original, lampone, limone e zenzero.

La bevanda – che il mito vuole essere nata in Asia più di qualche millennio fa – è già popolarissima oltreoceano e promette di essere il prossimo trend nel mondo del beverage europeo. In Nord America e in Australia due dei brand ad essere partiti per primi – KeVita negli USA, in California, nel 2009 e Mojo in Australia nel 2011 – sono già finiti rispettivamente nell’orbita di PepsiCo e Coca Cola, per un mercato stimato in 244 milioni di dollari nel 2021 e un tasso di crescita annuo del 24%.

Che cos’è il kombucha? Si tratta di un tè fermentato, dal sapore acidulo, naturalmente frizzante e dalle proprietà benefiche (è ricco di batteri buoni e aiuta l’intestino). MIA Kombucha ne diventa, con questo aumento di capitale, il primo produttore artigianale italiano, con una capacità produttiva di oltre 30mila lattine al mese e l’ambizione di far arrivare le sue lattine di kombucha colorate in tutti i bar e i frigoriferi di Italia. 

«Il nostro kombucha ha già raccolto intorno a sé curiosità ed entusiasmo: sono già centinaia i bar che offrono il nostro prodotto nel loro menù, e circa un terzo dei nostri clienti viene dall’e-commerce. Con le nuove risorse svilupperemo ulteriormente la diffusione di brand e prodotto, puntando all’ampliamento dei canali distributivi, e automatizzeremo il processo di inlattinamento, per poter scalare la produzione mantenendo il suo carattere artigianale – racconta Mattia Baggiani – Il crowdfunding è stato anche un modo per dare l’opportunità di partecipare al progetto alla community di appassionati del prodotto e dei fermentati in generale. Vogliamo che il nostro brand rispecchi i valori di inclusività, innovazione e freschezza di MIA».

Letizia Ceriani

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