Il distretto della birra nascerà coi soldi della Tav?

Il più grande polo italiano per la produzione di birra potrebbe nascere in Piemonte con i fondi delle compensazioni per la Tav, previste per i cittadini dell’alta Val di Susa come indennizzo per la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione.

Dopo la polemica sul taglio delle compensazioni deciso dal governo per i territori della Valsusa da 112 a 32 milioni, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrioaveva spiegato che «tutti i fondi sarebbero stati ripristinati», ma attraverso il finanziamento di progetti di ampio respiro e con stabili ricadute economiche sul territorio.

Ora l’idea è quella di utilizzare una parte dei fondi delle compensazioni della Tav per creare un distretto della birra tra la Bassa Valsusa e Settimo Torinese attraverso la fusione di due dei principali produttori piemontesi (Soralama e Compagnia della Birra) e il supporto della Coldiretti.

Una collaborazione che –  spiega La Stampa – permetterà di costruire una filiera completa che va dalla coltivazione di orzo e luppolo fino alla catena di ristorazione passando per l’edificazione di una malteria, di un luppolificio e di un birrificio. Si tratta di un investimento che vale circa 15 milioni e che dovrebbe essere finanziato per un terzo con i fondi delle compensazioni, per un altro terzo con risorse europee e l’altro terzo con fondi privati.

Antonio Ferrentino, ex leader dei sindaci No Tav e ora consigliere regionale e presidente delle Città del Bio, è il regista dell’operazione. Il progetto ha incassato l’apprezzamento dell’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, e del presidente Sergio Chiamparino. A livello locale, però, resta da capire come si comporteranno i sindaci No Tav che hanno sempre rifiutato ogni tipo di compensazione.

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