Home restaurant, arriva la legge che regola l’attività

È in arrivo in Italia una legge per il fenomeno sempre più diffuso degli home restaurant. L’apposito ddl, in discussione alla Camera dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre, mette insieme alcune proposte parlamentari con l’obiettivo di regolamentare questo nuovo sistema di ristorazione casalinga.

Tra le misure previste c’è il limite di 500 coperti l’anno per ogni home restaurant, che deve considerarsi come un’attività saltuaria e non deve generare incassi superiori a 5mila euro l’anno.

Il pagamento deve essere effettuato tramite sistemi elettronici (carte di credito o bancomat) sul sito che gestisce le prenotazioni, così da rendere tracciabile ogni movimento. Chi decide di intraprendere questo tipo di attività non potrà affittare la stessa casa tramite Airbnb: infatti «non può essere esercitata nelle unità immobiliari a uso abitativo in cui sono esercitate attività turistico-ricettive in forma non imprenditoriale».

Le multe per chi non rispetta le nuove regole e non presenta la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) vanno da 2.500 a 15mila euro. I portali di social eating come Gnammo, a cui bisognerà iscriversi per esercitare questa attività, avranno un ruolo di supervisione.

Nel disegno di legge, però, non rientrano le questioni igieniche e sanitarie perché si tratta di case private dove non è possibile effettuare controlli Asl, altrimenti si tratterebbe di un esercizio pubblico. Questo è uno dei punti più contestati dai ristoratori su cui, probabilmente, sarà necessario intervenire.

Gnammo ha già provveduto a darsi una sorta di auto-regolamentazione, pubblicando sul sito un “codice etico partecipato” che tutti gli affiliati sono tenuti a seguire.

I ristoratori tradizionali, che si ritengono danneggiati dal fenomeno degli home restaurant e parlano di concorrenza sleale, sostengono l’introduzione di un’apposita normativa.

Sul fronte opposto Giambattista Scivoletto, fondatore della piattaforma HomeRestaurant.com, definisce il ddl uno «sgradevole tentativo di opprimere la libera iniziativa».

Secondo una ricerca di Confesercenti, nel 2014 l’universo degli home restaurant ha fatturato in Italia 7,2 milioni di euro con 7mila cuochi social attivi, oltre 37 mila eventi di social eating andati a buon fine e una partecipazione di circa 300 mila persone. Lombardia (16,9%) Lazio (13,3%) e Piemonte (11,8%) sono le Regioni dove il fenomeno è più diffuso.

 

Leave a Reply

SHARE