F.lli Polli, una sesta generazione al femminile
L’azienda di conserve vegetali e condimenti, innovatrice per tradizione e con 150 anni di storia, ha superato i 120 milioni di euro di fatturato. Le donne proprietarie hanno managerializzato l’azienda investendo sul lavoro di squadra e sull’estero.
di francesca corradi
La favola di F.lli Polli, azienda produttrice di sottoli, sottaceti, pesto e sughi, inizia nel 1872 e si evolve negli anni grazie a italianità, tradizione e legame con il territorio a cui si aggiunge l’innovazione.
Nel 2015, durante il passaggio generazionale dalla quinta alla sesta generazione, sceglie la via della managerializzazione. Al fianco del ceo Marco Fraccaroli da alcuni anni c’è una proprietà di donne presente e dedita all’azienda, un team famigliare al femminile che, grazie a un intenso lavoro di squadra, ha generato risultati sopra le aspettative. F.lli Polli, infatti, ha chiuso il 2020 con un giro d’affari di oltre 120 milioni, il 70% del quale all’estero in 54 Paesi.
Forte dei suoi 150 anni storia, all’azienda recentemente è stata riconosciuta l’iscrizione nel registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale.
Manuela Polli (nella foto), che si occupa in azienda di crescita e sviluppo strategico e dell’area commerciale tedesca, ha raccontato a MAG l’obiettivo di F.lli Polli di diventare leader di settore e scrivere un nuovo capitolo di crescita sostenibile.
Oggi qual è il business di F.lli Polli??
È suddiviso in modo pressoché equo tra antipasti (55%) – sottoli, sottaceti, olive e simili – e pesti o sughi (45%). La private label rappresenta circa il 70% del fatturato.
Ci fa un quadro del vostro settore. Qual è la situazione italiana?
Il settore del food ha vissuto nell’ultimo anno una crescita notevole. I nostri prodotti sono stati visti come beni di ristoro e quindi premiati dai consumatori, che li hanno riconosciuti come salutari, nel caso delle verdure, e dotati di una lunga shelf-life. Secondo i dati Nielsen, il mercato delle conserve vegetali, che vale 405 milioni di euro, ha chiuso il 2020 con +3,8% a valore rispetto al 2019. Inoltre, anche il consumo di sughi e i pesti, che ha beneficiato del maggior tempo trascorso dalle persone a casa e vale 78 milioni di euro, ha registrato un +6,3% a valore e +5,5% a volume rispetto al 2019.
Come sono cambiate le vendite durante il Covid-19?
Durante il lockdown della primavera 2020 si è assistito a una crescita in generale del settore food, ma anche del mercato dei pesti con una crescita di sell out di oltre il 60% in fase di epicentro Covid-19. Su questo dato ovviamente ha influito la tendenza dei consumatori di fare scorte in casa, alla luce dell’incertezza che la pandemia ha creato. Le vendite si sono poi normalizzate in estate. Il fatturato ha visto, dunque, per noi un segno positivo.
Dove producete?
La Fratelli Polli ha quattro stabilimenti: Monsummano Terme (PT), Eboli (SA), Lozzo Atestino (PD) e Hijos (Siviglia, Spagna).
In quali Paesi siete presenti?
Il mercato europeo è quello più ampio e lavoriamo con le principali insegne. Siamo presenti anche in Svizzera, nel Sud Est Asiatico, negli Stati Uniti e in Canada. L’obiettivo primario per i prossimi anni rimane sicuramente la crescita nei mercati di riferimento e nei Paesi in cui siamo già presenti.
Ci parla delle più significative operazioni che vi hanno visti protagonisti?
Per quanto riguarda l’internazionalizzazione, le operazioni più importanti degli ultimi anni sono state le aperture, completate nel 2018, delle filiali commerciali nel Regno Unito, in Francia e in Germania. In Italia, nel 2019 abbiamo concluso l’acquisizione di Valbona, azienda del padovano. L’obiettivo è la leadership nel settore delle conserve vegetali, attestandoci tra le prime aziende in Italia per fatturato e dipendenti.
Siete alla sesta generazione, già operativa in azienda. Negli anni com’è cambiato il vostro assetto?
Nel…
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