Effetto Brexit, Jamie Oliver chiude sei ristoranti

La Brexit colpisce anche il mondo dei celebrity-chef. Jamie Oliver (nella foto), uno dei cuochi-imprenditori più noti nel Regno Unito, ha annunciato la chiusura di sei dei suoi 42 ristoranti Jamie’s Italian a causa del crollo della sterlina dopo il referendum che ha decretato l’uscita di Londra dall’Unione europea.

I ristoranti – secondo lo chef – sarebbero stati messi in crisi dall’aumento dei prezzi degli ingredienti acquistati in Italia dopo la Brexit, oltre agli alti costi dello staff e al calo della frequentazione nei locali.

Chiuderanno presto i battenti i ristoranti di Aberdeen, Exeter, Cheltenham, Tunbridge Wells e, a Londra, Richmond e Ludgate Hill. L’iniziativa colpirà 120 dipendenti della società, che cercherà di trasferirli in altre parti della catena di ristoranti.

«Come ogni ristoratore sa, il mercato è difficile e le pressioni e le incertezze post-Brexit lo hanno reso ancora più difficile», ha commentato Simon Blagden, ad del Jamie Oliver Group, che comprende anche altri marchi della ristorazione.

Questa situazione, in realtà, è in controtendenza con i dati sul Pil britannico che ha chiuso il 2016 al livello più alto tra i Paesi del G7, smentendo le previsioni negative degli economisti. Inoltre l’uscita vera e propria della Gran Bretagna dall’Ue, con la fuga di banche e investimenti, non avverrà prima di due anni.

In base ai dati disponibili sul registro delle imprese britanniche, nel 2015 la Jamie’s Italian ha segnato ricavi per 116 milioni di sterline, ma un calo dell’utile da 3,8 milioni a 2,3 milioni.

Leave a Reply

SHARE