Da Filo si assaggia l’umami mediterraneo…sul lago

di letizia ceriani

Ai malinconici, a quelli (ancora) sensibili alla bellezza, al silenzio e alle luci sull’acqua. A questi pochi eletti il lago non viene mai a noia. Soprattutto se il lago in questione è quello di Como, su quel ramo che avvista Isola Comacina e Villa Balbianello, in un punto incastonato tra Bellagio e Varenna. In questa cornice privilegiata sorge il Filario Hotel, che gli esperti chiamerebbero “boutique hotel” o “design hotel”. Il Filario – il nome omaggia la città di Como anticamente “città della seta” – è un comprensorio di camere, suite e residence abbarbicato all’interno del paesino di Lezzeno in provincia di Como, a un’ora e mezza da Milano, non poco distante dal più blasonato Mandarin Oriental. 

Ventiquattro ore qui sono un miraggio specialmente per chi, come me, sente già il bisogno, nonostante le vacanze siano finite da poco più di un mese, di fuggire dalla grigia Milano. Ottobre è iniziato, il foliage tarda ad arrivare, e la pioggia ha tutto un altro sapore nella foschia lacustre. Che freddo che fa e che fame, aggiungerei.

All’interno dell’hotel batte il cuore del Ristorante Filo, capitanato da sette anni dal napoletano Alessandro Parisi che nutre un amore viscerale per la cucina di pesce e per la cultura mediterranea. La spinta dei suoi piatti segue pedissequamente quella tradizione tutta campana di rendere l’ingrediente nella sua purezza, nella sua corposità sostanziale, e con un certo estro. La cucina di Parisi è anche generosa. Proprio così, perché, puntualmente, Filo si concede ogni anno un momento di condivisione con altre brigate locali per regalare agli ospiti cene a quattro mani difficili da far scivolare via. Sono occasioni di confronto, di viaggio, di sorpresa.

Stasera, per noi, si uniscono le tavole di Filo e di Trattoria Contemporanea, il regno del ventottenne Davide Marzullo e della sua brigata giovane e punk che a Lomazzo sta facendo una piccola rivoluzione. Un po’ per uno, le sei portate (che poi non sono mai sei) raccontano il lago mediterraneo. La cena è in veranda e la vista, non ve lo sto manco a dire, è splendida.

I benvenuti delle due cucine aprono le danze. Il creme caramel al cappero con l’olio di erba cipollina al cucchiaio è sempre una garanzia di Trattoria, quella corretta armonia tra dolce e pungente che dà la giusta carica. Per Filo, invece, si parte con un sottilissimo cannolo fritto ripieno di baccalà mantecato, limone e mandorle. Piatti del genere chiedono un pairing con carattere: ci pensa Luciano Gusmeroli, il sommelier della casa, che valorizza ogni bottiglia come se fosse sua. Perfetto in abbinamento il cocktail Nitro, a base di amaro Santoni, vermouth Del Professore e succo di pompelmo rosé sifonato.

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Letizia Ceriani

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